Camorra, blitz alla Vinella-Grassi: ci sono due latitanti. Una banale lite tra ragazzini ha innescato la nuova faida

Ci sono anche due latitanti che sono sfuggiti alla cattura nel blitz di ieri che ha colpito i nuovi ras della Vinella-Grassi e che ha portato in carcere cinque affiliati tra cui i tre nuovi capi ovvero Carmine Casaburi detto“Boccione”, 19 anni; Gianluca Ioio, 39 anni; e Francesco Forte, 26 anni. Con loro in cella anche Giosuè Musella “’o tappezziere, 31 anni; Ciro Casaburi “’o moccuso, 27 anni; e Antonio Borrelli “poppò”, 33 anni. Casaburi, Ioio e Forte secondo gli investigatori sono i nuovi vertici del gruppo Angrisano, gli eredi del vecchio boss Salvatore Petriccione, detto “Tore ’o marinaro”, capostipite della Vinella prima che il testimone passasse ai nipoti Gaetano e Francesco Angrisano.  Ma il retroscena che avrebbe innescato la nuova faida sarebbe  un banale  litigio tra ragazzini: uno della famiglia Angrisano e l’altro dei Cancello.E così traminacce e stese si è arrivati all’omicidio del ras emergente della “Vinella” Francesco Angrisano detto “cioppetto” e allìl’incendio di una delle pompe di benzina di Massimiliano Cancello, imprenditore estraneo alla malavita, fratello del più noto Elia, sparito da tempo dalla circolazione pur non avendo alcun provvedimento restrittivo a carico. In precedenza c’erano state la “cacciata” dagli alloggi del lotto G di via Ghisleri di nuclei familiari vicini agli Elia con la violenza, le minacce e le “stese” a scopo intimidatorio. Aveva però resistito Loredana Cancello, come riporta in esclusiva il Roma, restando nella propria abitazione ma costretta a vivere barricata.
Su tutto ciò hanno fatto luce i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Scampia (dirigente Bruno Mandato, sostituto commissario Lorenzo Stabile), coordinati dal pm De Marco della procura antimafia retta dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice. Gli investigatori hanno raccolto le denunce delle vittime e grazie a una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali hanno ricostruito le singole vicende criminose, assicurando contemporaneamente vigilanza a uomini e donne che avevano avuto il coraggio di denunciare. Va anche sottolineato che nessuno di questi ultimi è stato in grado di identificare i responsabili, individuati invece nel corso di accurate indagini partite ad agosto scorso.
Il gruppo Angrisano, ben inserito nell’orbita della “Vanella Grassi”, e il gruppo di Elia Cancello avrebbero aperto le ostilità ad agosto dopo il litigio tra i bambini. Gli adulti sarebbero intervenuti e nessun paciere è stato in grado di calmare le acque. Nel frattempo sono partite le indagini degli investigatori di Scampia e l’inchiesta è subito decollata. Al fine di inquadrare al meglio i Cancello, basti ricordare che si tratta di un gruppetto in origine vicino ai Bastone di Scampia e
componente del clan Amato di Melito, da cui però due anni fa ha deciso di distaccari. A Scampia gli Elia e gli Angrisano hanno base nello stesso lotto abitativo, quello contrassegnato dalla lettera G, ma in isolati diversi.

 

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