Camorra, Borrelli (Dda): “I ritardi ci hanno impedito di estirpare i Casalesi”

“C’è stato un momento storico in cui il clan dei Casalesi poteva essere definitivamente estirpato ma i tempi di gestione delle richieste avanzate dall’ufficio di Procura sono stati troppo lunghi, incompatibili con una efficace realizzazione dell’azione repressiva”. A sostenerlo è il procuratore aggiunto di Napoli, Giuseppe Borrelli, coordinatore della DDA, secondo il quale “esiste un problema, quello della lentezza delle procedure giudiziarie, che va affrontato e risolto”. Borrelli tiene a precisare che anche la Procura “non è stata indenne da ritardi: spesso è stata accusata di avere gestito troppo a lungo le informative di reato depositate dalla polizia giudiziaria. + chiaro – sostiene – che ci troviamo tutti di fronte alle difficoltà di far fronte a un carico di lavoro immane, con risorse esigue, ma noi le abbiamo affrontate e tendenzialmente risolte. Oggi, salvo che in casi straordinari, le comunicazioni di notizie di reato restano sulle scrivanie dei sostituti il tempo strettamente necessario ad esaminarle e a trarne le conseguenti valutazioni “. Per il procuratore aggiunto di Napoli, “pensare che gli attuali tempi di evasione delle richieste del pm siano fisiologici è sbagliato: a causa di questa situazione noi siamo tutti sempre in ritardo su quello che accade nella dinamica delle associazioni mafiose. Nel momento in cui le richieste vengono trasmesse al gip per la richiesta della misura cautelare le indagini, normalmente, hanno una stasi. Se il provvedimento cautelare arriva a distanza di 10 mesi, un anno o un anno e mezzo, fotografa una situazione non corrispondente al momento in cui il provvedimento viene eseguito. Quindi noi siamo sempre in ritardo nella ricostruzione delle dinamiche criminali esistenti sul territorio”. Borrelli ricorda che il dirigente dell’ufficio giudicante “impiega una notevolissima parte del suo tempo nel cercare di dare risposte adeguate a questi problemi, velocizzando i processi”. “Noi non possiamo prescindere dal non essere consapevoli dell’ impegno straordinario che molti giudici delle indagini preliminari, molti giudici del Dibattimento, molti giudici del Riesame profondono nello svolgimento della loro attività ma i ritardi ci sono e questo è un problema è che va risolto”, rimarca il procuratore aggiunto di Napoli. “Sarà un problema di numero di giudici, – ipotizza Borrelli – di copertura degli organici, di ripartizione del lavoro all’interno dei singoli uffici, o altro, ma è un problema che va assolutamente risolto”. “Ebbi modo di dire, tempo fa, – ricorda il coordinatore della DDA partenopea – che mi sarebbe piaciuto andare via lasciando una situazione migliore di come l’ho trovata o comunque uguale. Invece – conclude Borrelli – clan che sembravano ormai scomparsi, vanno ricostituendosi”.

 


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