Camorra: è Giuseppe Cipressa il latitante del gruppo dei “nuovi” Scissionisti

È Giuseppe Cipressa, classe 1961, ritenuto un fedelissimo della donna boss “zia”Rosaria Pagano, l’unico latitante dell’operazione scattata nella notte tra il 25 e il 26 gennaio scorsi tra Scampia, Melito e Mugnano. Il fuggitivo è conosciuto come “Peppe o’ polpaccio”, era stato scarcerato nel 2014  dopo ben nove anni di carcere: Era stato arrestato nel 2005 a Licola  insieme con Ciro Caiazza, di 46 anni, Vito Calzone, di 31, Antonio Caiazza, di 23, Lucio Carriola, di 31  e Berardino Barretta, di 19, originario di Melito. Era tutti armati e “fuggivano dalla faida contro i Di Lauro. Dalla sua uscita dal carcere ha occupato secondo l’accusa il ruolo di contabile prima alle dipendenze di Pietro Caiazza e poi di Ciro Mauriello. Con l’arresto di Ciro Mauriello, Pietro Caiazza e dei fratelli Elia e Maurizio Cancello gli investigatori hanno fatto luce su una serie di agguati che ci sono stati nell’ultimo periodo nell zona Nord di Napoli. Gli inquirenti ritengono che il 5 gennaio 2016, quando fu ucciso Luigi Di Rupo a Melito, gli obiettivi principali dell’agguato erano i fratelli Cancello, sfuggiti per poco ai proiettili. Elia e Maurizio, come riporta Il Roma, entrati in contrasto coi vertici degli Amato e dei Pagano dopo che avevano rimpiazzato Pietro Caiazza come referenti sul territorio di provincia per la gestione degli affari illeciti. Tutti e tre i reggenti, secondo le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, “trascuravano gli affiliati” e così Rosaria Pagano affidò la gestione della cassa a Ciro Mauriello, nel frattempo messo ai domiciliari per motivi di salute nonostante il processo in corso per il duplice omicidio Montanino-Salierno. Ma i contrasti interni aumentarono e il 18 maggio dell’anno scorso “Pierino” (zio dei pentiti Michele, Antonio e Paolo Caiazza nonché cugino del boss irriducibile Raffaele Amato “a’ vecchierella”) subì un agguato mentre si trovava a bordo dell’auto con la moglie ad Afragola. Ferito alle gambe, si rifugiò nel commissariato locale. A quel punto i vertici del clan Amato- Pagano temevano una nuova frattura, ma “Zia Rosaria” riuscì a ricomporla. Ciro Mauriello divenne il referente di Melito per la droga e i rapporti con gli alleati della “Vanella Grassi”, rappresentati a Scampia dai fratelli Angrisano: Gaetano e dopo l’arresto di que- st’ultimo, il fratello Francesco, detto “Cioppetto” ucciso l’11 dicembre scorso nel lotto G di via Ghisleri nel corso di una guerra lampo con il clan Cancello. Pietro Caiazza invece operava a Mugnano, dove però a dicembre ha subito altre violente intimidazioni. Nel frattempo sono stati estromessi dagli affari illeciti a Melito i fratelli Cancello, ritrasferitisi a Scampia, dove un tempo “lavoravano” con i Bastone per gli “scissionisti”.


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