Camorra, il boss e la segretaria del sindaco parlavano con toni sprezzanti di Saviano e Capacchione

Parlano in tono sprezzante e sarcastico della senatrice Rosaria Capacchione e dello scrittore Roberto Saviano, Antonio Zagaria, fratello del boss Michele, e Rita Di Giunta, in una conversazione captata il 25 novembre 2009 dai carabinieri a casa della donna a Castel Volturno). “Per un momento – dice la Di Giunta citando la giornalista-scrittrice sotto scorta oggi senatrice del Pd – non ci volevo far dare la sala”; il riferimento è alla presentazione del libro della Capacchione “L’oro della camorra” avvenuta presso la Provincia di Caserta alcuni mesi prima, quando la Di Giunta era a capo dello staff di Pasquale De Lucia, presidente del consiglio provinciale e sindaco di San Felice a Cancello. Nel corso dell’evento la Di Giunta racconta di aver attaccato anche Roberto Saviano: “A Saviano ho detto – ricorda la Di Giunta – tu svegli le coscienze del Nord?… allora noi siamo malamente perché ci siamo presi le scorie? Ma i soldi chi se li è fatti? Tu vai a svegliare le coscienze di chi si è arricchito addosso a noi”. Parlando ancora della Capacchione, la Di Giunta arriva ad insinuare che “quella, la Capacchione, secondo me era innamorata di Pasquale Zagaria (di cui si parla nel libro, ndr). Tonino, tu mi scrivi mezzo libro sulle cinture, gli abiti, i vestiti e le scarpe che tiene tuo fratello; ma che caspita se ne (fotte) la gente con tutte queste cose”.

Non è la moglie del boss, che in mancanza del marito carcerato tiene le redini del clan, ed è qualcosa in più di un colletto bianco “in gonnella”: di Rita Di Giunta – consigliere comunale a Castel Volturno tra il 2000 e il 2010, stretta collaboratrice dell’ex sindaco di San Felice a Cancello (Caserta) Pasquale De Lucia quand’era consigliere provinciale e regionale – il gip di Napoli, Mario Morra, nell’ordinanza che ne dispone la carcerazione preventiva, scrive che “in relazione alla Di Giunta, parlare di distinzione tra politica e camorra non ha molto senso perché la stessa, pur avendo rivestito ruoli istituzionali di vario livello, risulta parte integrante del clan dei Casalesi”. “Di Giunta (accusata di concorso esterno in associazione mafiosa, ndr) – è scritto ancora nell’ordinanza – è ritenuta uno dei personaggi di maggior spessore criminale dell’indagine grazie all’attività politica e agli ottimi rapporti anche familiari con gli Zagaria. Ciò le consentiva di giocare un ruolo di direzione e programmazione delle varie operazioni illecite perfino sovraordinato rispetto a quello di Pasquale De Lucia, nonostante gli incarichi politici apicali da quest’ultimo rivestiti”. La Di Giunta, in una conversazione captata a casa sua a Castel Volturno con l’imprenditore Fabio Luongo (finito in cella), ricorda di essere stata capozona dei Casalesi a Lusciano e di conoscere bene l’ex reggente del clan Bidognetti, Luigi Guida. “Io quando ebbi la zona di Lusciano in mano a me, che facevo, andavo atteggiandomi”; dice la donna. Guida, pentitosi, ha poi confermato la frequentazione mentre un altro pentito, Emilio Di Caterino, ha raccontato che già nel 2002 la Di Giunta partecipava a riunioni con Guida per parlare di appalti rifiuti a Castel Volturno, comune in cui era consigliera.


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