Camorra, la fuga del killer Antonio Buono dopo l’omicidio Sabatino per paura di essere ucciso

Antonio Buono, 26enne, era sparito dalla circolazione il giorno dopo l’omicidio di Francesco Sabatino, il cui corpo fu poi trovato in avanzato stato di decomposizione il 15 ottobre 2013: dieci giorni dopo. Inizialmente gli stessi investigatori, sapendo che lui e Sabatino si frequentavano abitualmente ed erano molto amici, ipotizzarono che fosse rimasto vittima di lupara bianca. La stessa fine che i sicari avevano riservato per il figlio del boss pentito Ettore, il cui cadavere fu invece notato da un passante in un canalone a Chiaiano e scattò così l’allarme. Ma in realtà Buono, così come Cutarelli, secondo l’accusa si era allontanato perché temeva di finire nel mirino dei carabinieri. La madre  il 12 ottobre del 2013 si presentò alla caserma dei carabinieri per denunciarne la scomparsa nonostante del figlio non si avverso notizie dai sei giorni nel quartiere San Gaetano. Tra l’altro la donna era stata sentita in merito alla scomparsa di Sabatino e aveva detto che il figlio non faceva rientro in casa da qualche giorno, cosa che era capitata anche in altre occasioni.
A Miano, nel suo quartiere Antonio Buono ricomparve, tornando a casa, il 24 gennaio 2014 e naturalmente fu sentito dai carabinieri in qualità di testimone lo stesso giorno. Riferì di essere molto amico di Francesco Sabatino, con il quale aveva una frequentazione quotidiana e di aver dormito spesso nel terraneo di via Teano, suo ospite. Antonio Buono aggiunse di averlo visto la sera prima della sua scomparsa (dunque, la sera del 5 ottobre, giorno in cui il medico legale ritiene sia avvenuto il decesso del 35enne). “Ci trovavamo vicino a un bar io, Francesco Sabatino e Ruocco quando passò in sella a un motociclo bianco Luigi Cutarelli”.
Il racconto di Antonio Buono continuò con dovizia di particolari, non veritieri secondo l’accusa. “…Luigi Cutarelli era insieme a un ragazzo che non conosco. Non si fermò dopo averci salutato con la mano. Io rimasi fino alle 20 al bar con Ruocco e Sabatino; poi li salutai e rientrai a casa”. Il giorno dopo, sempre secondo la testimonianza di Antonio Buono, la moglie di Francesco Sabatino, non trovando il marito da nessuna parte, lo chiamò e gli chiese di accompagnarla al terraneo in cui i carabinieri, in seguito alla prima telefonata anonima, avevano trovato le tracce di sangue. “Però io, essendo molto amico di Francesco Sabatino e temendo per la mia incolumità, mi sono allontanato per un poco di tempo dal quartiere”.

 


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