Camorra, la storia del disabile ucciso per errore dagli “scissionisti” in un libro premiato dal Presidente della Repubblica

La tragica morte di Antonio Landieri, il ragazzo disabile di 25 anni, ucciso per errore durante la guerra di camorra a Scampia – oggi sono state eseguite 5 ordinanze di custodia cautelare per quel fatto di sangue – è finita in un libro scritto dal cugino, Rosario Esposito La Rossa, 28 anni, dal titolo ‘Al di là della neve’. Rosario Esposito La Rossa lo scorso 12 novembre è stato uno dei 40 cittadini insigniti dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. La raccolta di racconti dedicata al cugino morto ha vinto, tra l’altro, il premio Fabrizio Romano 2007 e il premio Siani 2008. Nel libro si parla, tra gli altri argomenti, del commercio della droga nel quartiere – appunto, la neve del titolo, cioè la polvere bianca, del degrado delle Vele, dell’infanzia negata. Nell’agguato del 6 novembre 2004, insieme con Landieri, furono coinvolte altre cinque persone che rimasero ferite mentre il vero obiettivo dei killer riuscì a sfuggire all’agguato. I killer giunsero in sella a due moto iniziando a sparare all’impazzata. Intorno al calciobalilla, posto sotto una struttura in lamiera utilizzata da un venditore di frutta e verdura in via Labriola, c’erano quattro persone mentre poco distante ce n’erano altre. La vittima di quella pioggia di fuoco, Antonio Landieri, tentò di ripararsi dirigendosi verso l’androne del palazzo dove abitava la famiglia ma qui stramazzò al suolo. Inutile il tentativo di trasporto in ospedale. Anni di guerra di camorra, scontri con morti e feriti. “Nel momento in cui tutti scappavano – disse Esposito La Rossa all’Ansa in occasione della cerimonia al Quirinale – noi abbiamo deciso di restare e occupare gli spazi vuoti lasciati dalla camorra e dalla malapolitica. Abbiamo prodotto libri nel quartiere con il piu’ alto tasso di analfabetismo in Italia”. Secondo Esposito La Rossa “oggi a Scampia la situazione e’ migliorata moltissimo, ci sono presidi culturali che non esistevano dieci anni fa e che sono l’opposto delle piazze di spaccio. Ogni 300 metri a Scampia c’e’ un’associazione, un centro aggregativo: dalla palestra di Maddaloni alla scuola calcio Arci Scampia al Centro Mammuth per bambini per esempio. Insomma, dei luoghi dove i ragazzi possono avere un’alternativa. Le piazze dello spaccio sono state decimate, oggi Scampia e’ un laboratorio di sperimentazione sociale. Noi ci sentiamo parte di questa primavera umana che sta facendo la storia di questo quartiere”.


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