Un poliziotto in pensione padre di uno dei amici di Genny Cesarano, la vittima innocente del rione Sanità uccisO in un stesa dai sicari del clan Lo Russo, voleva picchiare e poi anche querelare il padre di Genny. Il poliziotto come emerge dalle 80 pagine dall’ordinanza di custodia cauterale a carico dei 4 killer firmata tre giorni fa dal gip Francesca Ferri ha anche cercato in tutti i modi di depistare le indagini. Non solo lui, ma anche il figlio che era presente al momento della sparatoria e che ha schivato miracolosamente i proiettili riparandosi dietro il suo motorino centrato da ben 10 colpi, e tutti gli altri amici.Non a caso parlando con gli amici del figlio che devono essere ascoltati in Porcura come testimoni fa loro una raccomandazione. Gli dice che tutto quello che hanno sentito non deve dire nulla, sui rapporti che loro hanno, perchè questi gli rompono il cazzo dopo. Gli chiederanno dei piaceri. Ripete che adesso andranno a romperli il cazzo. Concordano sul fatto che “più si parla peggio è”.
E’ il quadro sconsolante che emerge dalle indagini e che ha portato il Procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo a parlare di “spregevole omertà”. Parole che hanno suscitato il risentimento del padre di Genny che ha subito difeso gli abitanti del rione Sanità parlando di “difesa”, e delle associazioni presenti nel rione e che tanto stanno facendo per riportare sulla retta via i tanti ragazzi difficili che abitano nel quartiere. Ma da una lettura delle carte di indagine il procuratore capo Colangelo aveva la sacrosanta ragione nel pronunciare quelle parole pesanti, anche perché neanche il padre di Genny ci fa una bella figura. Come tutti spiegano nelle intercettazioni, compreso il poliziotto in pensione che depista le indagini, Antonio Cesarano sapeva che erano stati “quelli di Miano” a compiere la stesa e in particolare “o’ figlio di Lello ’o muss ’e scigna”, ovvero Ciro Perfetto, che non a caso è uno dei quattro destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare. Ma Antonio Cesarano sapeva anche che nel gruppetto dei giovani che subì la stesa in piazza Sanità dove morì il figlio Genny era presente il noto pregiudicato Raffaele Bacio Terraccino detto “tartarella” e che questi fosse armato quella sera, ed era il probabile obiettivo dei “Mianesi”. Nessuno, compreso Antonio Cesarano, ne parlò agli investigatori: Ed è solo grazie alle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali che è emerso un quadro diverso ds quello descritto dai testimoni. Poi sono arrivate le confessioni di Carlo Lo Russo, l boss pentito mandante della stesa che hanno contribuito a fare chiarezza in via definitiva.
Ecco i testi di alcune intercettazino tra Antonio Mazzarelli, il ragazzo sfuggito ai proiettili, e suo padre Vincenzo, il poliziotto in pensione. E’ il 30 ottobre 2015 quando ormai la voce si è ampiamente diffusa nel quartiere. La conversazione evidenzia il risentimento di Vincenzo Mazzarelli nei confronti di Antonio Cesarano, padre della vittima. In particolare il risentimento nasce dal fatto che quest’ultimo, più volte intervistato dai media nazionali, non abbia mai detto ciò di cui è a conoscenza “e sa anche che è stato Miano”. I due si trovano nell’auto Toyota Yaris di Antonio e Vincenzo continua ad inveire e dire che picchierà Antonio Cesarano. Antonio interviene e dice al padre di farla finita poichè Cesarano ha perso un figlio. Il padre gli risponde che lui con le mani non farà niente ed Antonio aggiunge che anche con le “carte” la deve smettere. Vincenzo dice al figlio che Cesarano lo sta cercando, perchè vuole un appoggio che lui non gli darà.
Vincenzo dice che queste cose vanno così, a passo di lumaca. Dice che Cesarano è a conoscenza che hanno arrestato “o nannone” e sa anche che è stato Miano. (durante le indagini era emerso il nome di Antonio Napolitano, detto ‘o nannone, esponente di spicco del clan Sibillo come uno dei possibili autori della stesa)
Vincenzo dice che Cesarano è pervaso da un sentimento di gelosia perchè è morto solo suo figlio. Sempre a dire di Vincenzo, Cesarano finge quando lo incontra e lo saluta affettuosamente chiamandolo zio. Dice che tutti lo hanno abbandonato anche i cognati.
“…Sequino se l’è chiamato e gli ha detto di fare il bravo altrimenti lo avrebbe picchiato. Cesarano gli ha contestato la circostanza che il figlio è scappato con il motorino e non ha pensato al suo Genny”. Vincenzo dice che è veramente folle questo fatto. Antonio gli chiede quando ha detto queste cose perchè lui non le ha sentite. Vincenzo dice che dopo la minaccia che ha subito da lui ieri, lo potrebbe denunciare. Gli ha detto che suo figlio Antonio poteva essere (non conclude la frase). Vincenzo dice che queste cose le deve provare e che lui già può denunciarlo. Aggiunge che è ignorante e che lui non lo penserà proprio. Ritorna sull’argomento e dice che Cesarano gli ha detto che poteva essere suo figlio Antonio il bersaglio. Vincenzo gli ha risposto che se Cesarano dovesse dire ciò, lui subito lo querelerà.
Poi Vincenzo dice: “lui…boccione…quell’altro… tartarella….la…lo sapeva…non lo sapeva il nome….lui disse vicino a me…il quinto perchè non lo hanno fatto uscire…e lui sapeva il nome….eh..eh…a l’anima del lota…tu ti sei cantato a tutti quanti….tu hai mandato la polizia a casa….pezzo di lota…tu e tartarella…pezzi di lotamma….pezzo di lota…sei stato tu….il primo ad essere preso a verbale sei stato tu…pezzo di lota…il padre carcerato…così…colì….eh…non toglie e non mette….incomp…quello lo sa già….dopo sono cazzi tuoi e suoi…questo è un polipo che si cuoce solo lui….o scem…quello gli conviene di stare insieme a me….perchè quello deve fare la guerra alla polizia….lui…hai capito o no…non gli conviene….non gli conviene a lui….non gli conviene…incomp….”
Parla del sequestro del suo ciclomotore. E’ convinto che il ciclomotore è stato sequestrato perchè Cesarano ha fatto pressioni. Dice anche che la dottoressa Parascandolo vuole fargli qualcosa perchè è pregiudicato e perchè ha saputo che lui l’ha minacciata.
Vincenzo dice che Cesarano si fa affiancare da Gino Monteleone fratello di Antonio il quale conosce molti giornalisti. Lo stesso è stato detenuto perchè ex terrorista.
Vincenzo si lamenta dell’atteggiamento tenuto da Tonino all’incontro di ieri tra avvenuto tra Vincenzo Mazzarelli e Antonio Cesarano; incontro al quale ha partecipato anche questo Tonino.
Vincenzo dice che Antonio Cesarano è a conoscenza del fatto che ad uccidere il figlio sono state persone di Miano. Non capisce perchè non lo va a dire (alla polizia). Tutti credevano che era stato ” o nannone”.Vincenzo dice che chi sa cosa hanno detto Cesarano e “boccinone”, quando sono stati sentite.Dice ancora che Sequino non può obbligare al silenzio Cesarano. Inveisce ancora contro Cesarano.