La Dda di Napoli era a conoscenza che Luigi Scognamiglio fosse un “amico fidato” del capo della camorra di Miano Antonio Lo Russo già nel 2010. Ci fu una “confidenza” all’allora capo della della Squadra Mobile di Napoli, Vittorio Pisani d aparte dei due pentiti degli scissionisti Biagio Esposito e Luca Menna, cognati tra loro. Pisani inviò una informativa alla Dda di Napoli in cui si paventava il favoreggiamento da parte di Luigi Scognamiglio alla camorra e in particolare a tre cosche: i Lo Russo di Miano, gli Amato-Pagano di Secondigliano e i Contini del Vasto-Arenaccia. Poi è arrivato il pentimento dell’amico ovvero Antonio Lo Russo ed il cerchio si è chiuso attorno a “Gigino Elite”. Ma prima ne aveva parlato Mario Lo Russo. In un verbale del 7 luglio del 2016. Ecco cosa dice ai pm della Dda di Napo- li a proposito del gioielliere dei Vip: “…Mi risulta che Raffaele Perfetto abbia dato da tenere i soldi provento dell’attività illecita da lui consumata al titolare di una gioielleria di Miano che si chiama Elite, e ciò perché tale titolare era un suo amico tanto mi ha riferito Vincenzo Aliano…Ho già riferito in un altro verbale che la gioielleria Elite che si trova all’entrata del rione don Guanella gestisce i soldi di Raffaele Perfetto. La gioielleria inoltre compra gioielli ed orologi rubati. Io personalmente ho fatto vendere 4 Rolex a Maria Grazia Vitiello, moglie di Antonio Cardillo con cui avevao una relazione. Mi rivolsi ad Anna S. per venderli alla gioielleria Elite e ottenni circa 6.000 euro ad orologio”. Anche il perntito Claudio Esposito, zio di Anna Gargano la moglie di Antonio Lo Russo, il 12 dicembre del 2016 così dice. “Conosco Gigino Elite della gioielleria, si metteva a disposizione con il suo negozio sotto al ponte del Don Guanella vicino alla lavanderia, andavo a nome di Antonio a comprare lui mi trattava bene”. Prima ancora era statoun latro pentito,Mario Centanni a parlare di Luigi Scognamiglio in un verbale del 23 giugno del 2011. “…Conosco una persona a nome di Gino Elite e lo indico come la persona che gestisce parte del patrimonio di Antonio Lo Russo e di mia sorella Silvana. Mi riservo di fornire tutti i dettagli ma dico subito che Gino Elite ha come socio della sua gioielleria un appartenente alle forze dell’ordine il cui nome però non conosco aggiungo che custodisce 10 Rolex di Raffaele Perfetto per incarico ricevuto da mia sorella”. Il primo a parlarne pero è stato Biagio Esposito, ex boss degli scissionisti di Secondigliano. “…Il pomeriggio del 6 luglio del 2010, giorno in cui io mi sono recato a firmare come avrei dovuto essendo in regime di libertà vigilata fui raggiunto a Melito nella casa dove si riuniva il clan da tale Gino Elite. Questi venne su mia richiesta perché dovevo fare un regalo a mia moglie, infatti di mestiere fa il gioielliere avendo due negozi che si trovano dopo la caserma dei carabinieri a Miano ed un atro che si trova Chiaia, di fronte al negozio di Gucci, questo secondo negozio lo ha aperto di recente ed egli è uno dei soci, non so chi sono gli altri soci. Gino è una persona di fiducia sia di noi affiliati al clan Amato-Pagano, che acquistiamo da lui gioielli e li paghiamo in maniera dilazionata, ed è anche persona del clan Lo Russo. Infatti quando sono stato scarcerato e sono rientrato a Napoli nel settembre del 2007 ho avuto modo di recarmi a Miano da quelli che erano i nostri più stretti alleati, i due clan si dicono sposati, in quanto il rapporto tra Raffaele Amato, Cesare Pagano e Salvatore Lo Russo era strettissimo. Lì ho visto Luigi Elite avere una stabile frequentazione con gli affiliati del clan Lo Russo, anche con i capi, ossia Salvatore Lo Russo, Antonio Lo Russo, Raffaele Perfetto. So che di recente alcuni esponenti del clan Lo Russo e alcuni esponenti del clan Amato hanno investito soldi nelle attività di Luigi Scognamiglio. So che Domenico Pagano ha investito 500.000 euro e penso che abbia acquistato gioielli e orologi. Inoltre so che Gino quando veniva a Melito si appartava con mio cognato e gli riferiva dei messaggi di natura criminale da parte di Antonio Lo Russo. Gino infatti era in grado di portare queste notizie perché ci disse che era lui a gestire la sua latitanza”.