Camorra: “Vi sparo in faccia se non ve ne andate da qui tu e tuo fratello”, ecco come si scatenò la faida del Cavone

“L’organizzazione facente capo a Ciro Lepre “’o sceriffo” e ai suoi fratelli ha continuato a operare sul territorio sotto la guida di Salvatore Esposito (ammazzato in vico Nocelle a Materdei nell’agosto scorso, ndr), il quale, da mero affiliato, avrebbe poi assunto il ruolo di reggente del clan. Il gruppo si è posto in contrapposizione con l’altro sodalizio, egemone ai Quartieri Spagnoli, facente capo ai pluripregiudicati Antonio Esposito, detto “’o figlio d’o pallino”, e Ugo Ferrigno”. Così è scritto nelle motivazioni della sentenza di condanna ai tre emergenti del gruppo Esposito-Festa del Cavone  e depositate in questi giorni.L’intento del gruppo, come riportato da Il Roma,  era di fare terra bruciata intorno al Cavone. Dopo l’eliminazione del boss Carmine Lepre, il neonato cartello Esposito-Festa era pronto a tutto pur di riuscire a raccoglierne l’eredità e a instaurare un nuova egemonia sul rione. Ma l’assetto criminale messo a punto dall’emergente sodalizio non contemplava forme di convivenza con nessun altro gruppo di “mala”. E a finire nel mirino furono così soprattutto gli Esposito dei vicini Quartieri Spagnoli. Quella che ne venne fuori, nell’estate del 2015, fu una vera e propria strategia della tensione finalizzata, con tanto di rapine e pistolettate, all’allontanamento sistematico di tutti i soggetti ritenuti contigui alla cosca dell’ex capoclan Raffaele “’o pallino”. L’inedito retroscena emerge a chiare lettere dalle motivazioni che lo scorso 31 ottobre, al termine del processo celebrato con il giudizio abbreviato, hanno spinto il gip Roberto D’Auria a condannare Salvatore Esposito a cinque anni di carcere, Salvatore Alfano a quattro anni e sei mesi, Carmine Moliterno a tre anni. Accusati di rapina a mano armata, violenza privata, detenzione e porto illegale d’arma da fuoco tutti reati aggravati dal- l’associazione di stampo mafioso. Nel mirino del trio erano finite in particolare due persone: Giuseppe Tommasino, rapinato del proprio scooter a piazza Mancini e il cui appartamento fu raggiunto a pistolettate, e Patrizio Petagna, picchiato e costretto a lasciare il quartiere per il solo fatto che la sorella fosse sposata con il cugino di Antonio Esposito, detto “Tonino ’o pallino”. Patrizio Petagna. si presentò agli agenti del commissariato Montecalvario, denunciando di essere stato avvicinato da Salvatore Festa “’o chicc”, il quale, senza tanti giri di parole e dopo averlo ripetutamente preso a ceffoni, gli disse: “Vi sparo in faccia se non ve ne andate da qui tu e tuo fratello, e riferiscilo pure a tuo cognato”. Ma i nuovi assetti criminali del cavone sono stati radicalmente modificati negli ultimi mesi con gli arresti e le condanne degli emergenti del gruppo Esposito-Festa e soprattutto con l’omicidio avvenuto a Materdei del boss Salvatore Esposito. E ora al Cavone comandano di nuovo i Lepre.

 


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