Torre Annunziata. L’indagine che ha portato stamane agli otto arresti di stamattina scaturisce dall’indagine e’ partita dal tentato omicidio di Giuseppe Leo, ferito da diversi colpi di pistola, di cui uno alla testa, da due sicari in moto in pieno centro urbano perchè non aveva voluto pagare il ‘pizzo’ al clan. Documentata anche l’ascesa all’interno della cosca egemone oplontina, quella dei Gionta, di Pietro Izzo, 40 anni, esecutore materiale dell’agguato a Leo, avvenuto il 10 febbraio del 2015, ma anche referente del clan per le estorsioni. Ai commercianti veniva chiesta la tangente perchè “se vuoi lavorare tranquillo, prepara la busta”, oppure “qua ci vuole il regalo di Pasqua”, raccomandandosi di non avere rapporti con “quelli dell’Annunziata”, dato che gli emissari dicono sempre “mi manda il palazzo”, cioè palazzo Fienga, l’edificio nel Quadrilatero delle carceri a Torre Annunziata roccaforte dei Gionta. Il titolare di una ditta di trasporti, ad esempio, non pago’ il “regalo di Pasqua per il palazzo”, e Izzo ordino’ ai suoi danni un raid con esplosione di colpi contro la sede della ditta; due persone, gli esecutori materiali della spedizione punitiva, sono state arrestate dai carabinieri il 7 aprile scorso. Tra gli affari gestiti dal gruppo di Izzo, anche il traffico di cocaina, marijuana e hashish per rifornire le piazze di spaccio cittadine, i cui gestori versano anche una quota dei guadagni a Izzo.
I carabinieri hanno dato esecuzione agli arresti a Torre Annunciata, Torre del Greco e Monfalcone in provincia di Gorizia. Documentato dai militari il giro delle estorsioni agli imprenditori, la gestione delle ‘piazze di spaccio’ con imposizione del versamento di una quota dei profitti nelle casse del clan, nonché la disponibilità e l’uso di armi.