Sarebbe stato connesso a internet per giocare a “League of Legends” prima e dopo l’omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, ma non all’orario in cui verosimilmente furono uccisi. È questa la principale novità emersa nel corso della dodicesima udienza del processo a carico di Giosuè Ruotolo, l’ex militare di Somma Vesuviana al momento unico imputato per la morte dei due fidanzati di Pordenone. Novità che lo riguarda e che, inevitabilmente, non gli offre un alibi per la sera del delitto, il 17 marzo 2015. Lo hanno spiegato gli esperti informatici dei Carabinieri del Reparto indagini telematiche del Ros di Roma ieri in aula. Il primo teste ha illustrato le attività informatiche svolte su tre computer, un fisso sequestrato a Somma Vesuviana su alcune ricerche effettuate in materia di armi, parte delle quali attinenti a materiali militari, rinvenuti in cluster non allocati; il pc fisso del fratello di Giosuè, su cui è stato rilevato un picco di cancellazione di oltre 7 mila file, di cui 160 in cartelle utente avvenuto nel settembre 2015, fatto con un software automatico di cancellazione, ma – è stato riferito dal teste – file di sistema che non erano di interesse investigativo; e il notebook di Giosuè, da cui il 17 settembre sono stati cancellati file di sistema, operazione associata all’aggiornamento del sistema operativo. Il secondo teste invece si è soffermato su alcune perquisizioni informatiche svolte su un dispositivo Apple, un Tom Tom, un applicativo Facebook, delle caselle di posta e il gioco “League of Legend”, parte di Giosuè Ruotolo e parte di Teresa Costanza.
Sono tre i profili Facebook “Anonimo Anonimo” emersi nel corso delle indagini sull’omicidio della coppia di fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone, uccisi nel parcheggio del Palazzetto dello Sport di Pordenone la sera del 17 marzo 2015. E’ quanto emerso dalle testimonianze rese oggi da tre Carabinieri del Ritel del Ros di Roma nel corso dell’udienza del processo che si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise di Udine che vede come unico imputato del duplice omicidio Giosuè Ruotolo. Un profilo Anonimo Anonimo, ha spiegato uno dei Carabinieri, è stato individuato il 28 settembre nel corso dell’analisi del profilo Facebook di Teresa Costanza “creato dalla stessa vittima e poi cancellato dalle amicizie”, che gli inquirenti hanno “escluso fosse riconducibile alla chat scambiata da Teresa Costanza con il profilo anonimo anonimo” perché la data di creazione del profilo è “successiva” alla conversazione avvenuta tra il 26 giugno e l’11 luglio 2014 di interesse per le indagini. Un secondo profilo Anonimo anonimo è emerso dall’analisi dello smartphone di Maria Rosaria Patrone. Il profilo era stato oggetto di una ricerca della ragazza su Google. Ma Facebook non ha fornito i dati di riferimento perché apparentemente associato a un cittadino venezuelano. Infine un terzo, quello da cui sarebbero partiti i messaggi firmati da una presunta Annalisa, con l’immagine del campanile di Pordenone come foto del profilo, è emerso tramite una ricerca con elementi riconducibili al capoluogo della Destra Tagliamento. La stessa icona che appariva tramite uno screenshot dal backup dell’iphone di Teresa.-Gli investigatori, ha spiegato il teste, hanno accertato che nei periodi in cui c’è stata la conversazione con Teresa Costanza il profilo anonimo ha effettuato sempre il log-in con lo stesso ip fisso, quello intestato al 132esimo Reggimento carri. In qualche occasione si è connesso in seguito “con ip successivi geolocalizzati nell’hinterland vesuviano gestiti dalla Wind”, ha spiegato il teste, soffermandosi sul raffronto tra l’attività del profilo anonimo e quello di Ruotolo che ha evidenziato un’alternanza degli accessi ai profili dalla caserma in tempi ristretti, anche di un minuto tra il log-out di uno e il log-in dell’altro. Gli altri due testi hanno riferito gli esiti degli accertamenti informatici eseguiti sui computer di Giosuè, su quello verosimilmente in uso al fratello e su altro materiale informatico dell’indagato e di una delle due vittime, Teresa.