Ercolano, la Casa di Rosanna al servizio delle donne vittime di violenza

Cento giorni già alle spalle, davanti una miriade di programmi, eventi e impegni. “Casa di Rosanna”, il primo centro ercolanese per le donne vittime di violenze, di disagi sociali o familiari e per ragazze-madri, guarda al futuro partendo da quanto di buono già fatto nell’arco dei suoi primi tre mesi e rotti di attività. Un primo bilancio dell’associazione con sede presso la parrocchia del S.S. Salvatore di Ercolano e la presentazione dei nuovi progetti sono avvenuti, infatti, nel pomeriggio di ieri nel corso di una conferenza stampa ad hoc.
A presiederla, alla presenza dei dieci componenti di “Casa di Rosanna” – tra cui uno dei soli 250 avvocati rotali in Italia in grado di avviare le pratiche per l’annullamento del matrimonio presso la Santa Sede, più un pool di mediatori familiari, psicologi e assistenti sociali – il dottor Antonio Piccolo, ideatore del progetto: «Noi cerchiamo di dare risposte a domande e richieste d’aiuto che provengono da un disagio che i più non sanno come risolvere. Quello che proviamo a fare è immedesimarsi con i nostri assistiti e indirizzarli verso un cammino che li porti quantomeno a un bivio, una possibilità di scelta, possibilmente cristiana. Sta poi a loro la decisione finale».
Le proposte, per quante si sono smarrite e hanno la voglia di ritrovarsi, sono tante. A cominciare dai due corsi che l’associazione farà partire dal mese di febbraio: uno base di barman (a numero chiuso), promosso dall’A.I.B.M. Project, e della durata di 13 lezioni (3 ore l’una) e un corso base per il volontariato socio-sanitario (aperto a tutti), promosso dall’O.A.R.I. in collaborazione con l’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, per il quale un terzo dei posti sarà riservato a sole donne.
Potrebbe frequentarlo anche Imma, 22enne del vesuviano già madre di un bimbo di 5 anni, in estate sottrattole dalla suocera mentre il convivente era imbarcato. Uno dei tanti episodi in cui “Casa di Rosanna” è già intervenuta positivamente, riportando la pace all’interno della famiglia e restituendo ad una mamma il diritto di poter abbracciare il proprio figlio senza dover chiedere il permesso a nessuno.
Anzi, magari permettendole di potersi proporre per un lavoro con una qualifica acquisita e riconosciuta: «Questi corsi ed altre iniziative in divenire – spiega il dott. Piccolo – hanno lo scopo di innescare circuiti virtuosi nel percorso di aiuto alle donne meno fortunate. Un welfare inteso non più come spesa a perdere, ma che cerchi invece di rendere produttivo il plusvalore sociale, creando crescita nel soggetto beneficiario, in un’ottica sicuramente attiva e non come semplice fruitore passivo di una formazione assunta».
Ma “Casa di Rosanna”, contattabile al 3277891102, punta – contrariamente a molti altri centri anti-violenza – non solo al reintegro in società della vittima ma anche al perdono dell’errante. Proprio su questo tema verterà il convegno in programma per la Festa delle Donne, a conclusione di una serie di appuntamenti organizzati dal centro e sparsi sul territorio vesuviano che prenderanno il via il 27 gennaio e che puntano a sensibilizzare fortemente la cittadinanza sulle questioni dell’aborto, della violenza sulle donne, sul malessere dei minori con genitori separati o divorziati. Un modo, insomma, per seguire l’invito fatto da Papa Francesco nella “Moris Letitia”: «Siete chiamati alla formazione di coscienze, con la forza dell’autentico amore umano e cristiano e l’impegno e l’esperienza di operatori laici formati».
Michele Di Matteo

 

(nella foto il presidente Antonio Piccolo)


Articolo precedenteGragnano, mancanza d’acqua e traffico pronta una petizione dei cittadini delle frazioni montane
Articolo successivoNapoli, sono tornati gli ambulanti alla Maddalena. Dai video la verità sulla sparatoria