“Io facevo il killer non giocavo. Uccidevo i criminali ma non gli innocenti. Per questo mi sono pentito, perché volevano farmi uccidere un innocente. La camorra mi ha fatto schifo per questo”. Parole pesanti come un macigno, una verità dura da digerire per chi perde senza sapere perchè sotto il fuoco della follia criminale i propri cari. Parole ascoltate ieri in aula durante il processo in Corte d’Assise a Napoli per l’omicidio dell’innocente Salvatore Barbaro, “Salvio il cantante”, il giovane neo melodico rimasto vittima innocente della barbarie camorristica il 13 novembre del 2009 ad Ercolano durante la sanguinosa faida tra gli Ascione-Papale e i Birra-Iacomino. E’ il pentito Ciro Gaudino a parlare dalla località protetta. Lui è stato uno dei killer principali del clan Ascione-Papale. Era il killer del week end o il killer con la valigia.”Facevo l’operaio, il carpentiere , scendevo da Firenze il sabato per venire a fare gli omicidi e tornavo il lunedì”. Invece il giorno dell’omicidio Barbaro. “…Dovevo esserci anche io, ero quasi arrivato a Ercolano, dovevamo fare gli appostamenti per uccidere Ciro Savino e Marco Cefariello. Ma rimasi nel traffico a San Giovanni a Teduccio. Quando arrivai a Ercolano c’era un casino, scesi via Canalone per andare a casa del boss Natale Dantese …Capì subito che avevano fatto un errore. Andai da mio cugino Ciro Montella che mi rimproverò perché ero arrivato troppo tardi. Io gli dissi: Ciro guarda hanno ucciso un bravo ragazzo… Facemmo altri appostamenti e mi dissero che la colpa era stata di chi aveva dato la battuta. Lo specchiettista ha rovinato tutto”. Gaudino ha anche parlato del clan e cosa accadeva in quei anni della faida. “… A comandare nel 2009 erano 3 boss: Natale Dantese, Pietro Papale e Ciro Montella. E anche gli omicidi venivano realizzati in modo da raccontare l’unione tra le 3 famiglie criminali. Montella si arrabbiò perché non c’ero, perché mancava un rappresentante del nostro casato. Dantese, Montella e Papale sono i mandanti di tutti gli omicidi commessi in quel periodo…Da giovane ero vicino ai Durantini sfruttavo questo fatto perché nessuno doveva sapere che facevo gli omicidi per gli Ascione.Io avevo nella testa di uccidere per vendicare mio zio Vincenzo e mio cugino Gennaro (i due Montella padre e figlio netturbini del comune di Torre del Grecolegati al clan e uccisi nel 2007 nei pressi del comune corallino). Volevano che uccidessi i parenti di Antonella Madonna, la pentita. Gente che non c’entrava niente con la camorra. Per questo appena mi hanno arrestato ho deciso subito di collaborare con lo Stato”.
(nella foto il pentito Ciro Gaudino)