Farindola. Sono tre i corpi estratti dall’hotel Rigopiano, ma si spera ancora vi possano essere dei superstiti. I familiari dei dispersi sono presso un campo base allestito a pochi chilometri dall’albergo crollato, assistiti da psicologi e medici. Il personale medico della Croce rossa aspetta fiduciosa una chiamata dai soccorritori per salvare vite umane. Ma i cani del soccorso alpino non sentono rumori e la disperazione aumenta. I due superstiti migliorano ma si disperano. Uno di loro ha visto sparire in quell’albergo la moglie e i due figlioletti di 8 e sei anni. “Non abbiamo ancora nessuna notizia di lui, aspettiamo. Ma vogliamo vivere privatamente questi momenti”: a dirlo all’Ansa è una zia di Alessandro Riccetti, il ternano di 33 anni disperso dopo la valanga che ha colpito l’hotel Rigopiano di Ferindola, nel pescarese, di cui era dipendente. La donna, insieme agli altri familiari del giovane, sta seguendo da Terni la vicenda, in stretto contatto con la prefettura e i soccorritori. Riccetti, conferma la parente, ha avuto un ultimo contatto telefonico con la madre intorno alle 16 di ieri, poi di lui nessuna traccia. Laureato in Lingue straniere per la comunicazione internazionale, 33 anni da compiere tra tre giorni, il giovane lavorava dal dicembre 2015 nella struttura alberghiera del Gran Sasso come addetto alla reception. In precedenza aveva operato con le stesse funzioni presso altre strutture alberghiere umbre, in particolare tra San Gemini e Perugia.
Ecco alcune foto dei dispersi e le operazioni dei soccorritori: