La camorra, i meccanismi finanziari e le batterie di fuoco come atti terroristici: gli interventi dei magistrati Riello e Ardituro

“La camorra è un sistema che ha interesse al disordine sociale”. Il procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario. “A differenza di altre associazioni – ha spiegato Riello – la camorra ha più facce coesistenti: quella che ha fatto il salto imprenditoriale, dimostrando capacità di penetrazione nei meccanismi finanziari, e quella per così dire plebea, che continua a chiedere il pizzo anche i piccoli operatori commerciali o che consente che si spari persino su degli ambulanti senegalesi che rifiutano l’aumento della tangente”. Accanto agli arresti dei vecchi capi, ha aggiunto Riello, “alla radice di quella che molti definiscono una mutazione genetica della camorra viene anche la sfrenata voglia della stessa di non mettere la sordina a nulla, di manifestarsi in mille modi e con mille e pelli per lucrare dal caos determinato il proprio controllo del territorio”. 

Per recuperare i giovani inseriti fin da piccoli in un contesto criminale “fondamentale è il ruolo della scuola, ma dobbiamo pensare anche, pur con tutte le cautele che la delicatezza della problematica impone, a sottrarre i minori alle famiglie in cui li si induce e insegna a delinquere, previa limitazione della potestà genitoriale se padre e madre sono incapaci di lui indirizzare il figlio alle rispetto delle regole e a tutelarlo”. Ha detto Luigi Riello. “Proprio in considerazione della specificità e della delicatezza delle problematiche relative al mondo minorile – ha aggiunto – riteniamo non razionale la progettata soppressione del Tribunale per i Minorenni, mentre appare auspicabile trasformare gli stessi in un autonomo Tribunale della famiglia in cui si concentrano le competenze oggi appartenenti ai Tribunali minorili e ordinari in materia minorile e di relazioni familiari”.

Antonello Ardituro, rappresentante del Csm all’anno giudiziario di Napoli ha invece accostato la camorra al terrorismo: “La camorra spara e fa affari con complicità di tanti soggetti. Le emergenze si susseguono e si alternano. Oggi siamo a fare i conti con le batterie di fuoco che posso essere considerate come atti terroristici. A Napoli troppe volte si muore per caso ed è inaccettabile”. L’ex pm della Dda di Napoli ha poi aggiunto: “Ci auguriamo che questo luogo, il Salone dei Busti, sia un avamposto su Forcella, quartiere a rischio della città, non possiamo non preoccuparci dei nostri ragazzi, dei nostri bambini troppi soli lasciati a resistere alle lusinghe della camorra. Non bastano solo magistrati e forze di polizia, servono cultura, istruzione e lavoro”, dice. “Non dobbiamo dimenticare i reati ambientali e le emergenza della Campania – aggiunge – ho assistito ad un assordante silenzio per tutto il 2016 come se le timide bonifiche possano bastare, come se la terra dei fuochi non esistesse più. Lanciamo un allarme per un’analisi seria e costante del problema”. Ardituro pone in evidenza gli interventi che il Csm ha realizzato nell’anno giudiziario: “Abbiamo criticato con forza l’abolizione della Procura minorile che rischia di mandare in archivio un patrimonio di specializzazione e di avanguardia”. Parla di inversione di tendenza con il bando per l’assunzione di 800 nuovi cancellieri “ma occorrono nuovi interventi con maggiori assunzioni di personale amministrativo. Occorrono, e lo ribadiamo, nuovi magistrati”, spiega. “Magistrati e avvocati compiono atti eroici con lo sforzo di tutti di ricondurre alle leggi. La magistratura sia libera, autonoma e indipendente per fornire certezze agli ultimi, alle minoranze, ai deboli e ai fuggitivi”, prosegue. Occorrono, per Ardituro, modifiche alla giustizia civile e del lavoro che resta una emergenza e “che influenza la dignità della persona”. Ma anche la giustizia della famiglia “che sfugge alla legge, e la giustizia penale che deve far fronte a delitti che non continuano a diminuire, come gli infortuni sul lavoro o delitti violenti nei confronti di donne e minori”.


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