La mamma che ha tentato di uccidere la figlia colpita dalla Sindrome di Munchhausen

Sindrome di Munchhausen per procura. E” la patologia ipotizzata per Marina Addati, la 29enne arrestata con l’accusa di aver tentato di uccidere la figlia di 3 anni, nella istanza di sospensione della potesta’ genitoriale presentata in dicembre dal pm presso il Tribunale per i minorenni di Napoli. Questo disturbo psichiatrico, noto anche come Sindrome di Polle, “affligge i genitori (per lo piu” donne madri) – spiega l’ordinanza di custodia – spingendoli ad arrecare un danno fisico al figlio per farlo credere malato cosi’ da attirare l’attenzione su di se’ per l’accudimento che si procura. Non risultando agli atti alcuna documentazione – sottolinea peraltro il gip – ne’ alcun dato specifico di natura medica, non e” possibile in questa fase cautelare, stante la impellente esigenza di difesa sociale e tutela delle piccole, alcuna valutazione al riguardo. Resta ferma nell’immediato prosieguo delle indagini la necessita’ di un accertamento per verificare l’effettivita’ del disturbo, la sua intensita’ e la sua eventuale rilevanza sul piano procedurale”. La donna in passato sarebbe stata in cura da uno psicologo ma, secondo quanto riferito dal padre, avrebbe interrotto le sedute. 

La donna potrebbe aver somministrato di nascosto dei farmaci anche ad una delle due sorelline della piccola. Il sospetto, non corroborato al momento da prove, emerge da un passo dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Ezio Damizia. “Analoghi episodi – scrive il gip – sono occorsi anche alla sorellina piu” piccola di Anna (nome di fantasia, ndr), che veniva ricoverata presso il Santobono di Napoli. In particolare, i sanitari riscontravano in data 28 gennaio 2016 (la bimba aveva allora 5 mesi, ndr) la presenza di valproato un antiepilettico, ndr) in dosi superiori a quelle somministrate; successivamente, poiche’ era nuovamente in uno stato soporoso nonostante le cure avevano dato esito positivo, le analisi mostravano che il VPA era pari a 333″. Mentre il 10 maggio, in occasione di un altro ricovero, “l’assistente sociale segnalava alla procura per i minorenni che la mamma della minore aveva riferito alla dottoressa di turno che l’infermiera del reparto le avrebbe portato in camera una siringa” contenente un altro antiepilettico, circostanza che non trovava pero’ riscontro. Il 19 dicembre 2016 il pm presso il Tribunale per i minorenni di Napoli avrebbe poi inoltrato sulla base di tali fatti la richiesta di sospensione della potesta’ genitoriale, accolta qualche giorno piu” tardi per Marina Addati e il marito in relazione alle tre figlie della coppia. 


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