Il nuovo rigurgito della guerra di camorra al rione Traiano con la sparatoria dell’altra sera al viale Traiano fa da contraltare all’apparente pace che regna da qualche mese nel rione. L’area flegrea è diventata una polveriera perché contemporaneamente tra Fuorigrotta, Bagnoli, Pianura e Soccavo e il rione Traiano più clan hanno preso a litigare tra loro: in ballo c’era il predominio nei traffici e nello spaccio di droga. Il business principale in zona dopo che la crisi di Scampia, dovuta alla pressione asfissiante degli investigatori sulle cosche locali, ha provocato una diminuzione del volume d’affari proprio a scapito del rione Traiano. Ha inciso anche la politica dei prezzi bassi, cosicché la concorrenza nell’attività illecita è aumentata. E di conseguenza con un maggiore giro di soldi le frizioni sono aumentate. Attualmente polizia e carabinieri, come riporta Il Roma, dividono il rione Traiano in tre aree di influenza: i Puccinelli- Petrone, ritenuti un’unica organizzazione, i Cutolo e gli Ivone. Non tutti e tre sono definiti clan e al loro interno ci sarebbero anche dei sottogruppi. Mentre a Soccavo esistono ancora i Grimaldi, così come i Vigilia e i Sorianiello mentre i Tommaselli, provenienti da Pianura, sono scomparsi dalla mappa della criminalità organizzata dopo l’arresto del loro boss. a Pianura invece l’ascia di guerra non si è mai sotterrata. L’omicidio del 13 dicembre di Raffaele Pisa detto “’o Lello” ne è la testimonianza. Così come lo sono i vari tentativi di uccidere (l’ultimo avvenuto l’ otto dicembre scorso) il boss Salvatore Romano “muoll- muoll”. Nonostante la parentela (sono cugini) tra i Mele e i Marfella è dallo scorso anno che le due famiglie sono in guerra .La contrapposizione è sempre la stessa: i Pesce-Marfella- Foglia contro i Romano-Mele e alcuni ex Lago. Dunque, lo scenario negli ambienti di malavita organizzata è nuovamente cambiato. Ma restano in piedi le indagini per individuare gli autori delle stese che hanno terrorizzato gli abitanti di Soccavo e del rione Traiano, come dimostra il record di sparatorie su vari fronti toccato a settembre scorso con ben nove raid intimidatori in una sola giornata. Era domenica e l’allarme raggiunse i massimi livelli tra le forze dell’ordine, con il rischio tra l’altro che ci andasse di mezzo qualche innocente. Si capì che gran parte della tensione derivava dalla spaccatura interna ai Petrone, dove un gruppetto di ex fedelissimi si era trasferito a Pianura. Una situazione che nel cor-so di mesi si è riassorbita, con il risultato che ora i vecchi equilibri sembrerebbero ricomposti.