Come 4.000 tir a pieno carico che piombano su un edificio. + la violenza della valanga che mercoledì scorso ha devastato il resort Rigopiano di Farindola. Ad analizzare il fenomeno è stato il Meteomont, servizio nazionale di previsione di neve e valanghe, lavorando sui dati raccolti direttamente sul posto. La massa di neve ha spazzato via tutto quello che incontrava sulla sua strada, arrivando sull’hotel con una forza d’urto pari a 20 tonnellate al metro quadro, una pressione insostenibile per l’edificio che non ha resistito ed è stato spostato di parecchi metri. I numeri confermano la potenza dell’evento. La valanga aveva una massa di circa 50.000 tonnellate e uno spessore di tre metri. Nella discesa lungo il ripido canalone (inclinazione di 35 gradi) ha raggiunto la velocità massima di 100 chilometri orari. Il fronte era di 500 metri con uno spessore della neve di due metri e mezzo. Lo sviluppo totale della valanga è stato di due chilometri. La neve si era raccolta più in alto, circa 120.000 tonnellate, in una zona di accumulo lunga 800 metri e larga 100 metri, dove il manto nevoso aveva raggiunto lo spessore di quattro metri. “Pur essendo una valanga medio-grande – ha spiegato Valerio Segor, dirigente del Servizio di assetto idrogeologico dei bacini montani della Valle d’Aosta, uno dei massimi esperti del settore – aveva una capacità distruttiva enorme. Basta pensare che un muro di mattoni può resistere al massimo ad una pressione di 0,3 tonnellate e nemmeno il cemento armato può contenere un fenomeno simile”.
La richiesta di aiuto è partita dall’hotel Rigopiano 11 ore prima che la slavina distruggesse tutto. La mattina di mercoledì, alle 7, l’amministratore della struttura Bruno Di Tommaso aveva infatti inviato una mail a prefettura, provincia di Pescara, polizia e sindaco di Farindola segnalando la situazione “che a causa degli ultimi eventi è diventata preoccupante”. “In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale) – scriveva Di Tommaso Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d’accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro”.