Marco Mariano: “Facemmo un’alleanza tutti i clan dei Quartieri Spagnoli per frenare i Lo Russo e scalzare i Mazzarella dal porto”

“Nel periodo successivo alla mia scarcerazione e dopo aver superato i problemi con i Sarno che furono poi tutti arrestati, io avevo in mente un progetto molto ambizioso che era quello di entrare nelle attività illecite che si consumano all’interno del porto di Napoli ma per fare questo avevo bisogno di alleati e di forza militare. È per questo che io decisi di fare una tregua con Enrico Ricci dimenticando il fatto che lui era legato ai D’Amico e ai Sarno che nel 2009 volevano uccidermi”. E’ questo uno dei tanti passaggi importanti contenuti nelle 400 pagine di dichirazioni del boss pentito Marco Mariano, capo dei “Picuozzi” dei Quartieri Spagnoli, agli atti del processo contro il clan. Mettere le mani sul porto di Napoli, scalzare i Mazzarella con la complicità di famiglie e clan che in un recente passato gli avevano fatto la guerra e frenare l’ascesa all’epoca dei Lo Russo sul centro di Napoli. Nel nome del business si fa tutto. Ed ecco altri passaggi delle dichiarazioni di Marco Mariano: “…Per quanto riguarda Mario Savio invece, si tratta, di un vecchio cutoliano, come eravamo io e mio fratello Ciro, poi passato come noi nella Nuova Famiglia per contrastare il potere di Cutolo. Mario Savio a sua volta, tra il 2011 e 2012, prima del suo arresto mi cercò. Incontrai Mario Savio molte volte, una volta a casa di una sorella alla Sanità, una volta abbiamo pran-zato insieme a casa di un altro af- filiato e in quell’occasione regalai a Mario Savio 5.000 euro in contanti una pistola di cui, se non erro, si parla anche nelle intercettazioni del processo a mio carico. Fu Mario Savio a contattare per primo Enrico Ricci, che all’epoca si trovava a Formia, mettendolo al corrente di quelli che erano i nostri accordi e le nostre intenzioni e in particolare, mettere insieme le nostre forze per gestire le attività illecite. Questa alleanza del resto era anche necessaria per l’avanzata del gruppo dei Lo Russo, tramite Salvatore Lo Russo, su Napoli e altresì per la presenza dei Mazzarella che storicamente controllano le attività illecite nel porto di Napoli. Devo però precisare che, a differenza dei Mazzarella, io ho sempre avuto buoni rapporti con i Lo Russo. Successivamente come vi ho riferito, io mi recai a Formia dove c’erano Enrico Ricci e il figlio Genny ai quali partecipai questa mia intenzione di unificare le nostre forze e fare un’unica alleanza per il futuro. Come  ho già detto io cercai hai anche di sanare i contrasti tra i Ricci e i Masiello, Vincenzo poi verrà ucciso da Genny e dai suoi affiliati nel settembre del 2012. Enrico Ricci ovviamente ha accettato la mia proposta ma purtroppo dopo l’omicidio di Vincenzo Masiello i rapporti si deteriorarono anche se io poi, suc- cessivamente, mi sono un po’ distaccato dalle dinamiche dei Quartieri Spagnoli lasciando che Enrico Ricci, Antonio Esposito detto “’o pallino” e Eduardo Saltalamacchia gestissero le attività illecite senza che intralciassero le mie. I rapporti con Mario Savio subiscono una frenata quando il figlio Pietro si rende responsabile dell’accoltellamento di Antonio Masiello. Dopo quell’episodio, infatti, noi decidiamo insieme ad Antonio Esposito di eliminare Pietro Savio nonostante il padre ci aveva prega- to di risparmiarlo. Ma nonostante le mie indicazioni, Antonio Esposito non se la sentì di commettere l’omicidio anche per ragioni sentimentali in quanto Mario Savio è lo zio di Antonio Esposito”.


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