“Mio fratello Paolo mi ha detto che il suocero, tale “Pappagone”, gli aveva detto che a casa sua era andato mio zio Pietro dopo l’omicidio Di Rupo dicendogli “guarda cosa abbiamo fatto…Quando ero in carcere a Bellizzi Irpino, mio zio mi disse che aspettava l’uscita di Ciro Mauriello per muovere guerra ai Cancello. Diceva mio zio che i Cancello lavoravano solo per loro e non per il clan…L’omicidio Di Rupo è riconducibile a mio zio Pietro Caiazza”. A parlare in un verbale, riportato da Il Roma, datato 28 giugno 2016 è il pentito Michele Caiazza, nipote di Pietro Caiazza e figlio di Ciro ‘o fraulese, armiere storico del clan Amato-Pagano entrambi irrudicibili della cosca degli “Scissionisti”. Luigi Di Rupo, fu ucciso il 5 gennaio 2016 a Melito. La vittima era il referente principale nei traffici di droga dei fratelli Cancello, Elia e Maurizio. Le accuse a Pietro Caiazza e ai fratelli Elia e Maurizio Cancello sono contenute nell’ordinanza di custodia cautelare che l’altro giorno ha portato all’arresto dei tre e del boss Ciro Mauriello detto “o’ giro”,mentre si è reso latitante Giuseppe Cipressa “o’ polpaccio”. L’operazione congiunta di carabinieri e polizia ha bloccato sul nascere una nuova faida che comuqnue ha già prodotto alcune vittime e numerosi ferite. Così come il blitz sempre della squadra mobile che il 24 gennaio scorso ha arrestato i nuovi capi della Vanella-Grassi: Carmine Casaburi detto“Boccione”, 19 anni; Gianluca Ioio, 39 anni; e Francesco Forte, 26 anni. Con loro in cella anche Giosuè Musella “’o tappezziere, 31 anni; Ciro Casaburi “’o moccuso, 27 anni; e Antonio Borrelli “poppò”, 33 anni. Casaburi, Ioio e Forte secondo gli investigatori sono i nuovi vertici del gruppo Angrisano, gli eredi del vecchio boss Salvatore Petriccione, detto “Tore ’o marinaro”, capostipite della Vinella prima che il testimone passasse ai nipoti Gaetano e Francesco Angrisano. In questa ottica va letto anche l’omicidio di Francesco Angrisano “Cioppetto” e il ferimento di Antonio Pandolfi avvenuti l’11 dicembre scorso a Scampia ma anche l’omicidio del ras Mauro Pistilli avvenuto il giorno dopo. ma anche l’arresto di Vincenzo Maione e del nipote Vincenzo arrestati armati il giorno dell’omicidio Angrisano. Come gli attentati contro il distributore di carburante di proprietà dello zio dei due fratelli Cancello (che però risulta estraneo ai clan). Certo l’arresto di “zia” Rosaria Pagano ha creato un vuoto di potere enorme dentro il quale stanno cercando di inserirsi personaggi di secondo piano, compreso molti giovani, che aspirano al comando. Una stuazione pericolosa ma che per il momento sembra essere stata stroncata sul nascere con tutti gli arresti della scorsa settimana.
(nella foto il luogo dell’omicidio e da sinistra i fratelli pentiti Paolo e Antonio Caiazza, lo zio Pietro indicato come il mandante e la vittima Luigi Di Rupo)