Napoli, la denuncia del pentito Perrella: “I rifiuti tossici dell’Italsider di Bagnoli sotterrati sotto alcune villette a Licola”

“I rifiuti tossici dell’Italsider di Bagnoli “sono stati smaltiti in un terreno dove ora c’e’ la costruzione Simona, ci sono 250 villette e li’ sotto i rifiuti”. Lo rivela Nunzio Perrella, collaboratore di giustizia dal 1992, riferendosi al Parco Simona una struttura che si trova a Licola, nel Comune di Giugliano (Napoli). Il pentito ha scritto, a quattro mani con il giornalista, Paolo Coltro, il libro sul traffico dei rifiuti ‘Oltre Gomorra’, presentato stamattina nella sede dell’Ordine dei giornalisti della Campania. “In quella zona – dice – ci sono anche i rifiuti della Lombardia. Di questo discorso, i proprietari delle case sanno tutto, sono persone importantissime. Tutti sono a conoscenza di quello che io denuncio ma nessuno parla perche’ si ha paura di perdere villette che costano anche 300 o 400mila euro”. I rifiuti “non ero io a smaltirli – aggiunge – ma altri miei colleghi. Io facevo il costruttore, soltanto dopo sono entrato nel campo dei rifiuti quando ho conosciuto gli Avolio, i Chianese e tutti gli altri”.  E poi ha aggiunto: “L’ho detto tanti anni fa ai magistrati: la monnezza e’ oro e la politica e’ una monnezza, ancora oggi e’ cosi'”.Dice di essere stato “confidente di Tomasone (si riferisce a Vittorio Tomasone, generale dei carabinieri, ndr) gia’ dal 1991, prima di diventare collaboratore di giustizia” ma oggi, dello Stato, Perrella non si fida piu’: “Ho dato la mia vita allo Stato – spiega – e lo Stato non mi ha dato niente. Sono in pericolo, io e con me la mia famiglia. Mi hanno promesso tante cose e invece devo ancora nascondermi”. Il pentito ammette di essere “responsabile” del traffico di rifiuti tossici “ma oggi che devo fare? Mi devo ammazzare?”. Ai giornalisti, il collaboratore di giustizia racconta poi come funzionava il traffico dei rifiuti: “I Casalesi – aggiunge – sono camorristi e criminali ma loro trasportavano solo i rifiuti. Dovevano essere portati in discariche autorizzate e trattati, in questo passaggio la camorra non esiste. La truffa e’ lo stoccaggio”.

È il primo libro a tracciare la geografia dell’Italia avvelenata. Una vera e propria mappa delle aree verdi in cui negli ultimi due decenni, sono stati interrati e conferiti, illegalmente, tonnellate e tonnellate di rifiuti speciali. A parlare è il camorrista che creò il sistema di sversamento illegale. In questo libro ricostruendo la storia della sua vita post carcere (ha scontato ventiquattro anni per reati che vanno dal traffico internazionale di droga, all’associazione mafiosa, tranne l’omicidio, ndr), da collaboratore di giustizia prima, e da consulente per varie procure dopo –numerose le inchieste sulle cosiddette “ecomafie” in cui i magistrati si sono avvalsi della sua “esperienza”-, svela e ricostruisce tutti i passaggi di un sistema che in molti casi ha seriamente compromesso la salute del territorio nazionale tutto e quella dei cittadini che lo abitano. Con aggravi miliardari per le casse pubbliche. Perrella che sarà in conferenza stampa con il volto coperto per motivi di sicurezza, ci racconta oggi di tutti i fili dell’enorme ragnatela di commistioni e interessi economico-criminali, condivisi e gestiti tra pubblico e privato, a vari livelli. E ancora oggi nonostante la legge entrata in vigore 15 anni fa, i richiami e le sanzioni più volte comminate all’Italia dall’Unione Europea proprio sull’emergenza rifiuti e smaltimento illecito degli stessi, tale sistema continui a restare redditizio per imprenditori, politici, amministratori e dirigenti pubblici. Il terribile segreto del traffico di veleni in Italia che Nunzio Perrella –fratello dei più noti capi clan del rione Traiano a Napoli- mette a verbale gli fa dire: <>. La storia del peggiore stupro all’ambiente del secolo comincia lì, da dove il racconto del fortunato libro di Roberto Saviano si è fermato. Segreti e verità inconfessabili in un patto scellerato tra mala politica e mala società, che hanno reso il traffico illegale di rifiuti anche più redditizio di quello della cocaina, come Nunzio Perrella racconta a Paolo Coltro. Imprenditori, politici e faccendieri vari che hanno trasformato il Paese in una gigantesca “terra dei fuochi”. Il libro denuncia pubblicato da CentoAutori nella collana “Fatti e Misfatti”, diretta da Nico Pirozzi, giornalista e scrittore a sua volta, rappresenta il primo documento probante sull’avvelenamento del Paese che è fatto soprattutto di aria che respiriamo, di falde acquifere dalle quali arriva l’acqua nelle nostre case; ma anche di fiumi che a loro volta inquinati dal percolato dei rifiuti che infiltra la terra, riversano le loro acque tossiche in mare. E da entrambi riceviamo il cibo di cui ci nutriamo. Un prezioso contributo giornalistico-editoriale per accendere i riflettori della cronaca aggiornata di un “biocidio di Stato” , su cui accendere i riflettori dell’informazione.

 

Tra il giugno del 1992 e l’aprile dell’anno successivo Nunzio Perrella, esponente di spicco dell’omonimo clan camorristico attivo nella periferia occidentale di Napoli, svela tutto ciò che c’è da sapere sul traffico di rifiuti in Italia. In decine di ore di registrazioni e in più di cento pagine di verbali spiega come e perché la monnezza è stata trasformata in oro. A conferma del suo incredibile racconto fornisce anche un lungo elenco di nomi, circostanze, località e metodi di smaltimento (legali e illeciti) di milioni di tonnellate di scarti industriali altamente pericolosi. Magistratura e forze dell’ordine hanno a disposizione un quadro ben preciso del patto scellerato posto in essere da industriali senza scrupoli, imprenditori al di sopra di ogni sospetto e camorristi, con la silente complicità di politici e amministratori locali inseriti nel libro paga dei clan. Ma per più di vent’anni non succede praticamente nulla.

PAOLO COLTRO è nato a Vicenza 63 anni fa. Giornalista professionista. Nel 1979 è stato tra i fondatori del quotidiano “Il Mattino di Padova”, dove ha percorso la sua carriera da cronista di giudiziaria a caposervizio cultura. Nel 1991 è stato prima vicedirettore e poi direttore del quotidiano “Nuova Vicenza”. È tornato nel Gruppo Espresso nel 1994 come caporedattore de “La tribuna di Treviso”. Nel 1999 è diventato caporedattore per le pagine di cultura e spettacoli dei tre quotidiani veneti Finegil. Oggi collabora con il “Corriere della Sera” e il “Corriere del Veneto”. Ha pubblicato alcuni libri sulla storia di Padova e sul Veneto (Padova da Antenore al nuovo millennio, Cibiana di Cadore. I “murales” raccontano la sua storia, Burano, una storia a colori, Elio Armano. Feltre sotto/sopra, Tempora & Mores. Cronache da un Veneto provvisorio). Ha una Nikon e la adopera;“Padova informale” è il titolo della sua prima mostra fotografica.

NUNZIO PERRELLA è nato a Napoli 68 anni fa. Ha iniziato la carriera di camorrista senza mai sparare un colpo di pistola; è stato arrestato due volte quando era molto giovane. Mentre gli altri fratelli davano inizio alla scalata nel mondo del crimine, diventando in breve tempo i temuti boss del rione Traiano, lui sceglieva di diventare un colletto bianco, coniugando camorra e imprenditoria.Nuovamente arrestato nel 1992, è diventato collaboratore di giustizia, rivelando tutti i segreti del traffico di rifiuti, che per primo aveva intuito. Condannato a 24 anni di carcere, li ha scontati ai domiciliari e in galera. Ora è un libero cittadino, e da libero cittadino ha scelto di continuare la collaborazione con i magistrati.

Rosaria Federico


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