Napoli, l’ultimo saluto a Marotta: appello per l’Istituto

Nelle stanze del ‘suo’ Istituto in decenni sono passate centinaia di giovani, tantissimi che grazie alle sue iniziative hanno potuto approfondire gli studi. Ed oggi in tanti, provenienti non solo dall’Italia ma anche dall’estero (e soprattutto giovani) hanno voluto dare, in una cerimonia laica, l’ultimo saluto a Gerardo Marotta, morto alla soglia dei 90 anni, dopo una vita spesa per l’Istituto italiano per gli studi filosofici. A parlare per primo è stato il professore Francesco Casavola, docente di Diritto e presidente emerito della Corte Costituzionale che di Marotta ha ricordato l’impegno civile e la passione per lo studio sin dai tempi dell’università. Toccanti le parole del figlio Massimiliano. La decisione del padre di dar vita negli anni ’70, nella loro abitazione del Calascione, all’istituto italiano per gli studi filosofici ha rappresentato per la sua famiglia “un terremoto”. Marotta da allora e per decenni ha profuso ogni sua energia – sia umana che finanziaria – per l’istituto, ha dato la possibilità, come ha ricordato con la voce rotta dall’emozione uno dei suoi allievi, Nuccio Ordine, “di diventare quello che siamo attraverso lo studio”. “Un gigante della cultura meridionalista, italiana ed europea”, lo ha definito invece il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti. Un gigante che non può morire: il figlio Massimiliano ha detto infatti che “Gerardo Marotta non è morto ma continuerà in ognuno dei suoi allievi”, in quanti hanno condiviso i suoi sogni, i suoi obiettivi. E per questo, dinanzi al feretro del padre, ha invitato a lottare per l’istituto. Per prima cosa bisognerà fare in modo che sia messo a disposizione l’immenso patrimonio librario dell’istituto italiano per gli studi filosofici. Circa trecentomila volumi conservati in scatoloni che avrebbero dovuto trovare posto in un antico palazzo sempre della zona Monte di Dio, non lontano dalla sede dell’istituto. E durante il corteo funebre proprio il figlio Massimiliano ed alcuni dei suoi allievi hanno urlato con forza: “Vogliamo la nostra biblioteca”. A seguire il feretro anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e il presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca. Chiare le parole pronunciate dal Governatore: la lezione data da Gerardo Marotta anche “con il suo stile di vita” deve essere “anche per noi che abbiamo responsabilità istituzionali un monito a risarcire la sua persona, la sua vita, il suo sacrificio di quella attenzione che noi abbiamo saputo dare in tutti questi anni”.


Articolo precedenteCibo andato a male in una casa di riposo di Giugliano: due denunce e super multa
Articolo successivoCastellammare, fermato alla stazione di Napoli, il piromane dei bar stabiesi