Omicidio di Genny Cesarano, il racconto di Carlo Lo Russo: “…quando tornarono capii subito che avevano fatto un guaio”

“A settembre del 2015 stavo dormendo a casa con mia moglie quando verso le tre di notte vennero a trovarmi Ciro Perfetto e Mariano Torre . Mi vennero ad avvisare che Pierino Esposito era venuto a Miano insieme al suo gruppo a fare una stesa ed a minacciarmi. In particolare mi dissero che Pierino insieme a Walter Mallo ed ai cosiddetti Barbuti cioè il nipote Spina e Ultimo quello di recente ucciso, erano andati armati a Miano a dire che Carlucciello, cioè io, era solo un drogato e che mi aspettava alla Sanità”. Comincia così il racconto del boss pentito Carlo Lo Russo che ha spiegato agli investigatori come è nato e chi sono stati gli autori della “stesa” che il 6 settmebre del 2015  in piena notte in piazza Sanità provocò la morte del giovane innocente Genny Cesarano. Le deposizioni dell’ex reggente dei “capitoni” di Miano hanno consentito di fare piena luce su quell’efferato omicidio e hanno portato all’erresto di quattro degli otto killer (uno nel frattempo è stato ucciso dallo stesso clan) mentre si cercano gli altri tre.

Ecco cosa ha raccontato Carlo Lo Russo: “Ciro Perfetto voleva immediatamente reagire ed andare alla Sanità, lo avrebbe fatto anche senza avvisarmi ma Mariano lo convinse a passare da me perché io avevo detto loro di non agire mai a mia insaputa. Cercai di tranquillizzarli anche perché immaginavo che Pierino lo avesse fatto a posta per farci cadere in una trappola ed ucciderci ma poi mi convinsi ad autorizzare il commando ad andare alla Sanità dissi loro di andare e di cercare Pierino ed i suoi ragazzi per ucciderli. Il gruppo era già pronto, vidi sotto casa quattro scooter pronti con almeno sette o otto persone. Era ancora buio ma affacciandomi al balcone li ho visti partire, 4 motorini , non ho visto chi fossero ma poi ho saputo il giorno dopo chi altro c’era oltre a Perfetto Ciro e Torre Mariano. Ho poi aspettato sveglio il loro ritorno e infatti dopo poco tempo sono tornati Luigi Cutarelli e Ciro Perfetto e mi hanno raccontato quello che era successo. Mi hanno detto di avere sparato da lontano ad un gruppo di ragazzi alla Sanità e di avere ucciso uno di loro, precisamente mi dissero che un ragazzo barcollava. Io chiesi loro chi avessero ucciso ma neanche loro lo sapevano, non so chi di preciso abbia sparato, Luigi mi raccontò mimando quello che avevano fatto quindi immagino sia stato lui a sparare, comunque credo che tutti fossero armati. Il giorno dopo seppi la notizia dai giornali e da Carletto, cioè Davide Carlo, che era stato ucciso un ragazzo di 17 anni. Capii subito che avevano fatto un guaio, un ragazzo di 17 anni non poteva fare parte del clan. Parlai quindi con Ciro Perfetto che abita accanto a me e con Luigi Cutarelli e seppi da loro ulteriori dettagli, mi dissero che avevano partecipato anche Buono Antonio, omissis, Di Napoli Vincenzo e omissis. Mi raccomandai con loro di non parlare con nessuno dell’accaduto perché immaginavo che avremmo avuto tutte le forze dell’ordine addosso…”.

Poi Carlo Lo Russo spiega: “…dopo qualche giorno venne a trovarmi a casa di mia sorella Dora, Peppe Tolomelli. Venne a chiarire, a nome di Totore Sequino, che loro non avevano preso parte alla stesa di Pierino, chiarirono questo punto dicendo che non erano stati loro e che non avevano niente a che vedere con Pierino. Peppe venne accompagnato da un ragazzo ma non ho parlato con lui, non saprei riconoscerlo… se non sbaglio Totore Sequino in quel periodo stava ai domiciliari…conosco bene il fratello di Peppe Tolomelli, Vincenzo con cui sono stato anche detenuto nel 2003 a Poggioreale nella stessa cella, Peppe invece lo conoscevo solo di nome. Io dissi a Peppe Tolomelli di riferire a “sto scemo ubriacone”, cioè a Pierino, che non doveva oltrepassare la rotonda di Capodimonte, cioè il confine tra noi e la Sanità, altrimenti lo avrei ucciso..dicci a Pierino che la prossima volta che sale con il Kalashnikov a Miano lo rimango con il Kalashnikov in mano…”

Dunque, quello che accade alla Sanità è stato in parte ricostruito dagli investigatori e viene confermato dal capo clan mandante: almeno quattro scooter con otto persone armate in sella raggiungono piazza San Vincenzo ed esplodono una pioggia di proiettili all’indirizzo del gruppo sbagliato provocando la morte di Genny Cesarano che, a soli 17 anni, non faceva parte del gruppo dei giovani al servizio di Pietro Esposito.- Del commando, dunque, secondo il ricordo di Carlo lo Russo, facevano parte Ciro Perfetto, Luigi Cutarelli e Mariano Torre, con i quali il capo clan aveva parlato prima e dopo l’omicidio del giovane Cesarano. Per gli altri componenti, Carlo Lo Russo indica gli appartenenti al gruppo di “abbasc Miano” dei quali facevano parte anche Buono Antonio e Di Napoli Vincenzo. In ordine a costoro, Carlo Lo Russo ricorda che la presenza di Buono gli fu riferita dagli stessi Ciro e Luigi mentre quella di Di Napoli Vincenzo (successivamente ucciso) da Ciro Perfetto che aveva altresì deciso di ucciderlo per paura che potesse confessare l’omicidio Cesarano.

Racconta ancora il boss pentito:  “…con mia moglie Anna abbiamo visto il telegiornale ed abbiamo parlato del guaio che era successo, ricordo che era domenica ed io dovevo stare a casa fino a mezzogiorno. Venne Carletto la mattina stessa ed anche con lui ne ho parlato, è stato proprio lui a dirmi che era un ragazzo di 17 anni , lo aveva sentito alla radio ed io subito capii che era stato un errore. Ne ho poi parlato con Ciro e Luigi a cui ho raccomandato di non farne parola con nessuno , silenzio assoluto…non ricordo con precisione quando ho parlato con Ciro e Luigi, se la domenica stessa o il giorno dopo , li vedevo tutti i giorni  Comunque sono stati Ciro e Luigi a farmi i nomi di Antonio Buono , Omissis come ulteriori persone presenti nel gruppo che raa andato alla Sanità con loro. Mio nipote Tonino invece mi aveva fatto i nomi solo di omissis come ragazzi che stavano sugli scooter e che sono partiti insieme da sotto casa mia con Ciro e Mariano… erano comunque 4 motorini con due persone a bordo quindi un totale di 8 persone”.

 

 


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