Anche l’ex boss dei Quartieri Spagnoli, oggi pentito Marco Mariano, ha parlato con i magistrati del pizzo della camorra agli ambulaneti extracomunitari che gestiscono bancarelle e posti vendita nei mercatini e in ogni posto di Napoli. L’ex mente operativa dei “Picuozzi” ne ha parlato ai magistrati in un recente verebale datato 17 ottobre 2016 parlando di una realtà e di una camorra diversa che aveva trovato uscito dal carcere nel 2010. ” Ero contraÂrio a questa forma di estorsione e avevo proposto di imporre ai gestori delle bancarelle prodotti forniti da noi. In questo modo avremmo guadagnato di piuÌ€ ed evitato problemi… Corrisponde al vero quanto emerso dalle intercetÂtazioni telefoniche a proposito delle estorsioni ai danni dei gestori delle bancarelle che vengono aperte soprattutto nel periodo natalizio a via ToÂledo. Negli anni dal 2010 al 2011, quando ero libero, abbiaÂmo ricevuto a Natale la somma di 14-15.000 euro…”. Poi il pm Michele Del Prete della Dda di Napoli che sta raccogliendo le sue deposizioni gli chiede: “Ma pure gli exÂtracomunitari pagano la quota o solo i napoletani?” E Marco Mariano risponde: “No, solo i napoletani…Avevo pensaÂto che tutti gli immigrati dovessero paÂgare qualcosa”. A quel punto il pm Del Prete gli ricorda come il Mazzarella ci abbiano giaÌ€ pensaÂto, lui dice:”Non fanno male.Voi penÂsate che Gianturco eÌ€ diventato tutto loÂro. Insomma, non fanno male”. Le due organizzazioni criÂminali, del resto, erano in rapÂporti diretti. Marco Mariano racconta dei suoi rapporti di affari con Umberto Caldarelli, esponente di primo piano del clan Mazzarella piuÌ€ volte indiÂcato dai pentiti come il punto riferimento della cosca per le estorsioni agli ambulanti ma soprattutto colui che è in grado di decidere tutto quello che riguarda la contraffazione , dai prezzi di acquisto a quelli di vendita e il magine di guardagno per la cosca: “…Io, con l’apÂpoggio di mio nipote Frattini Umberto, Cammarota Antonio e Leccia Ciro, tutte persone del settore, cerco di intervenire nella zona della Maddalena, dove vi eÌ€ un fiorente smercio di merce contraffatta e in parÂticolare di scarpe. Nel settore della contraffazione ho avuto anche rapporti con Caldarelli Umberto, che si occupa anche lui di contraffazione seppure separatamente dal nipote CalÂdarelli Raffaele. Mi risulta che Umberto Caldarelli sia legato a Luciano Mazzarella…”