Racket a Napoli, lo sfogo dello chef Parisi: “Quando calerà il silenzio non sarai più il Ciro o il Pietro di prima, ma l’infame”

Palma Campania. “Non posso non chiedermi quando cosa accadrà tra qualche giorno, quando a luci spente, Ciro ritornerà alla “normalità” di questi luoghi. E’ lì che inizia la vera sfida per chi ha avuto la forza di urlare ciò che accade quotidianamente a Napoli e dintorni. Il rischio è quello di ritrovarsi più soli e isolati di prima”: è un appello a non arrendersi ma anche l’amaro sfogo di sentirsi isolati nella battaglia. Pietro Parisi, lo chef di Palma Campania, che ha avuto il coraggio di denunciare e far arrestare i suoi estorsori lascia su Facebook le sue riflessioni sulla vicenda di Ciro Cerciello, il salumiere della Duchesca a Napoli. Lo sfogo di chi, probabilmente, dopo i primi clamori della denuncia si è sentito solo. E poi, l’appello a non essere omertosi nella tanta omertà che esiste a Napoli: “E’ da giorni che seguo la storia di Ciro Scarciello,salumiere che con coraggio e semplicità ha fatto luce su un sistema che, a mio avviso, è chiaro a tutti. Lui ha avuto la forza di dirlo davanti alle telecamere di “Chi l’ha visto?”, ha raccontato cose che non sono nuove per chi abita, frequenta e magari lavora in certi posti – scrive Pietro Parisi -. Nonostante i tanti Ciro, a Napoli regna ancora tanta omertà e per molti essere uomini di rispetto vale più di essere uomini liberi. Oggi su Ciro Scarciello, che per quelle parole ha già subito le prime conseguenze, si sono accesi i ‘riflettori’ ed è tanta la gente che sta andando in salumeria per ringraziarlo, per esprimergli solidarietà, per ricordargli che non è solo. Per fortuna aggiungo. Ma non posso non chiedermi cosa accadrà tra qualche giorno, quando a luci spente, Ciro ritornerà alla “normalità” di questi luoghi”. Quando il silenzio della solidarietà terinerà, Pietro Parisi sa che Ciro, così come è stato probabilmente per lui dovrà iniziare la battaglia più ardua: “E’ lì che inizia la vera sfida per chi ha avuto la forza di urlare ciò che accade quotidianamente a Napoli e dintorni. Il rischio è quello di ritrovarsi più soli e isolati di prima. Per molti non sarai più il Ciro o il Pietro di prima, ma lo spione, l’infame, quello che voleva fare arrivare gli sbirri e i giornalisti nel quartiere, che si mette contro chi tutto sommato dà pure lavoro ai tanti guaglioni della zona. Quando di notte ti squilla il telefono e dall’altra parte una voce ti chiama “merdaiuolo”, poggiata la cornetta ti guardi intorno e ti vedi solo. E’ allora che capisci che non puoi tornare indietro, che devi essere forte per te e la tua famiglia. E’ allora che comprendi perché la parola denuncia è così difficile da pronunciare in questa terra. Essere uomini liberi in questa terra non è la normalità, ma una scelta di vita”. E Pietro Parisi si rivede nella storia di Ciro Scarciello, un dejà vu che gli ha fatto tornare alla mente di essere solo: “La storia di Ciro è la mia storia, è quello che ho vissuto e vivo sulla mia pelle. Lui ha raccontato la quotidianità deviata del suo quartiere, io ho denunciato chi voleva impormi il pizzo. L’ho raccontato pure in un libro “La cucina che mi ha fatto dimagrire”, il titolo purtroppo non rispecchia il vero contenuto di quelle pagine perché purtroppo a volte le scelte editoriali vanno oltre a quelle dettate dal tuo cuore. Quelli come Ciro non vanno lasciati soli mai, soprattutto quando il fenomeno mediatico del momento sarà terminato. Un paese libero i suoi piccoli “eroi” quotidiani li difende sempre, anche sottovoce”.


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