Rione Sanità, la polemica dell’Associazione: “Si spara ancora a pochi passi dalla polizia”. E la gente “caccia” il giornalista Rai

“In alcuni casi il silenzio sarebbe una virtù preziosa. Altrimenti si finisce con il fare figure grame e deprecabili, ridicole se non fosse che si giocano sulle spalle di tantissima gente”. Così l’associazione “Un popolo in cammino” commenta le dichiarazioni rilasciate ieri da rappresentanti delle istituzioni riguardo l’arresto dei quattro giovani ritenuti i killer di Genny Cesarano, il ragazzo del rione Sanità ucciso, a 17 anni, la notte del 6 settembre del 2015, durante una ‘stesa’. L’associazione ha organizzato, oggi e domani, nel campo di calcio San Gennaro dei poveri alla Sanità, il primo memorial “Genny Cesarano”. “E’ il caso dei responsabili dell’ordine pubblico di Napoli – continua la nota – questore e prefetto in testa, che ieri tuonavano sui giornali attribuendosi il grande merito di aver individuato, dopo un anno e mezzo, i responsabili della morte di Genny Cesarano, applaudendo alla grande solerzia delle forze dell’ordine e condannando l’omertà dei cittadini di Napoli che ne ostacola il lavoro”. “L’autocompiacimento è durato poche ore, – sottolineano – stanotte nel quartiere Sanità si è tornati a sparare, a pochi passi dalla statua commemorativa di Genny, di fronte al presidio militare che, da mesi, fa bella mostra di sé a Piazza San Vincenzo e che anche stanotte, puntualmente, ha dimostrato la sua totale inutilità”. “Siamo impegnati in piazza per una giornata dedicata al ricordo – sottolineano – e in piazza, d’altronde, ci siamo da più di un anno, insieme con centinaia di persone del quartiere. Oggi nella Sanità si spara ancora – conclude la nota – oggi nella Sanità i cittadini sono ancora in piazza. Tra il rumore degli spari e il rumore di chi protesta, più assordante ancora c’è solo il silenzio dello Stato”.

L’Ordine dei Giornalisti della Campania è al fianco ed esprime solidarietà al giornalista Rai, Geo Nocchetti, che oggi “è stato invitato ad allontanarsi mentre era nel quartiere Sanità a Napoli” dove si era recato per realizzare un servizio all’indomani dell’arresto di quattro persone coinvolte nell’uccisione del 17enne Genny Cesarano, vittima innocente di una stesa di camorra.


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