Scavi di Pompei: il crollo del muro nei pressi della casa del Citarista per Osanna “è episodio fisiologico “

Crolla un muretto della Casa del Pressorio di Terracotta, negli scavi di Pompei. Una Domus chiusa al pubblico in via dell’Abbondanza al civico 22 (Regio I). Frammenti subito recuperati ed un crollo che il direttore generale della Sovrintendenza di Pompei, Massimo Osanna, definisce fisiologico. Ma in un clima, teso, tra i sindacati e Osanna, il cedimento ha fatto scattare polemiche. Sono stati i custodi degli Scavi a scoprire il crollo durante il solito giro di perlustrazione. Il cedimento ha riguardato una porzione di circa un metro e mezzo quadrato di muretto di delimitazione di un cubicolo della Domus, per altro non affrescata. Una vicenda, quella di oggi, che si innesta nella forte polemica tra i sindacati autonomi Flp e Unsa dei Beni culturali e il Soprintendente. Proprio ieri i sindacati hanno denunciato il professor Massimo Osanna ai carabinieri, accusato di gestire con “superficialità” gli Scavi. E, di rimando, il Dg della Soprintendenza ha rilasciato dichiarazioni stampa su presunti “ricatti” subìti dai sindacati che lo hanno denunciato. Intanto, il muretto crollato ha riportato i carabinieri nel sito archeologico. “Un episodio del genere, nonostante sia circoscritto a un’area da sottoporre a intervento e dunque di per sé fragile – spiega Osanna – rischia, come nel passato, di ridimensionare di gran lunga l’immenso lavoro finora portato a compimento e ancora in corso in tutta l’area archeologica. Tutti gli episodi di cedimento che sono stati registrati negli ultimi anni si sono verificati sempre in aree nelle quali nessun intervento era ancora partito, quindi in maniera del tutto fisiologica”. Il Dg della Soprintendenza di Pompei ci tiene a rassicurare tutti: “E’ prioritario chiarire l’importanza delle attività di messa in sicurezza in generale e che dovranno interessare l’area. L’episodio di questa mattina ha riguardato un’area chiusa al pubblico e nella quale deve partire la messa in sicurezza, sospesa al momento per un ricorso al Tar”. Il ricorso al Tar è quello presentato circa un anno fa da un’azienda che aveva partecipato al bando per l’assegnazione dei lavori, ma ne era risultata esclusa per delle imperfezioni del materiale presentato. Pertanto, la Soprintendenza non può dare l’ok all’apertura del cantiere finché il Tribunale regionale della Campania non avrà sentenziato in merito. Osanna ricorda che nella Regio I e Regio II sono programmati “interventi che riguardano il ristabilimento delle capacità statiche e l’integrazione delle murature, il ripristino di creste murarie, la manutenzione o sostituzione di architravi degradati, il preconsolidamento degli apparati decorativi parietali e pavimentali (come lacertini lungo i margini dei frammenti conservati di affreschi e mosaici)”. E ribadisce: “Ad oggi Pompei ha portato a termine la messa in sicurezza in quasi tutte le regiones di Pompei, ad eccezione della Regio I e Regio II”.


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