“Si dovrebbe anda­re il giorno del colloquio… hai capito”, così il boss ordinò la strage davanti al carcere

“Quelli fanno il col­loquio una volta al mese…Si dovrebbe anda­re il giorno del colloquio… hai capito”. E’ il boss Luigi Papale che nella sala colloqui del carcere parla con il figlio Pietro. Il suo è un messaggio neanche non tanto in codice: fare un agguato nei pressi del carcere di Poggioreale e fare “pezzo pezzo” tutti i parenti del boss nemico Giovanni Birra. Vendetta, tremenda vendetta nei confronti della cosca che aveva osato uccidere il fratello Antonio il 10 febbario del 2007 nella sua roccaforte “For ‘o pont”. Luigi Papale spiega al figlio la sua strategia e la  sua sete di vendetta: bisogna colpire i nemici mentre vanno al colloquio. Bisognava studiare il percorso ed entrare in azione al momento opportuno. Il piano e l’intercettazione sono contenuti negli atti del processo contro le figlie del boss Papale e le moglie degli altri affiliati che avrebbero fatto da tramite con gli affiliati liberi portatndo le “imbasciate” e gli ordini dal carcere. E tra questi ordini vi era la strage dei familiari dei Birra. Nel  corso del colloquio Luigi Papale illustra al figlio anche l’ipotesi di fare irruzione armata tra­vestiti da forze dell’ordine  in via Cuparella ad Ercolano roccaforte dei Birra e massacrare chiunque. Ma i Papale volevano consumare la vendetta anche nei cfornti di tutti coloro che avevano aiutato i Birra a compiere il clamoroso omicidio ovvero i Chierchia “Bicchierini” di Torre Annunziata, i Lo Russo “Capitoni” di Miano” e gli Alberto di Barra.

 

(nella foto da sinistra il boss Luigi Papale, il figlio Pietro e il boss nemico Giovanni Birra)

 


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