Sparatoria alla Maddalena, migliora la bimba ferita. Le indagini e il racconto del boss pentito Maurizio Ferraiuolo

Si concentrano sul racket delle bancarelle le indagini per il raid nel quale sono stati feriti nella zona della Maddalena a Napoli tre immigrati senegalesi, che si sarebbero rifiutati di pagare il pizzo agli esattori del clan, e una bambina di 10 anni colpita da un proiettile a un piede. A giudizio dei medici dell’ospedale Santobono di Napoli, dove è ricoverata da ieri, la piccola ferita da un colpo di pistola ad un piede esploso nel raid sta molto meglio. La bambina, originaria di Melito, nel Napoletano, era in giro con il padre. A parte il comprensibile grande spavento, le sue condizioni fisiche non hanno mai destato preoccupazione. Una visita medica consentirà di decidere quando verrà dimessa. I tre immigrati senegalesi erano le vittime predestinate della ‘punizione’. Ad entrare in azione un gruppo di giovani, emissari dei clan della zona, che hanno punito lo sgarro degli extracomunitari, quello di non voler pagare il pizzo per le bancarelle nel mercato della Duchesca, uno dei più antichi e popolari di Napoli, dove la camorra esercita il controllo sulla vendita dei prodotti, quasi tutti contraffatti, e determina anche l’assegnazione dei posti sui marciapiedi. Difficile la convivenza tra ambulanti italiani, immigrati, soprattutto nordafricani, ma anche cinesi che hanno aperto in zona diversi punti vendita. Gli investigatori, nella speranza di poter aver un contributo alle indagini da parte di qualche possibile testimone – la sparatoria è avvenuta sotto gli occhi di molte persone – confidano nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza che ci sono numerose nella zona. Prima una discussione accesa tra gli esattori del pizzo e gli ambulanti. Si accende una rissa, qualcuno parla anche di bastoni impugnati. Poi la sparatoria. Da una pistola vengono esplosi i proiettili che colpiscono due senegalesi di 36 e 38 anni colpiti da schegge mentre un uomo di 32 anni viene ferito in maniera più seria. Tutti trasportati all’ospedale Loreto Mare, nessuno di loro è in pericolo di vita. L’ipotesi è che anche ieri siano entrate in azione le armi di giovanissimi emergenti, che approfittano del vuoto di potere determinato dal venir meno dei vecchi capi clan e tentano di imporsi sul territorio. Una strategia criminale che segue le ‘stese’, cioè le sparatorie ad altezza d’uomo, con intenti intimidatori, condotte dalla ormai famigerata ‘paranza dei bambini’, attiva nelle zone di Forcella, Duchesca, Maddalena (proprio il triangolo dove ieri è stato compiuto il raid) contro chi non vuole riconoscere il loro potere. 

Il quadro di potere della camorra nella zona della Maddalena è stato descritto con dovizia di particolari nella recente ordinanze di custodia cautelare che ha portato in carcere nove esponenti della cosca dei Mazzarella. Cinquantaquattro pagine per descrivere la camorra del centro storico, quella che impone il pizzo anche agli ambulanti dei mercatini e che controlla l’affare milionario delle griffe false in modo particolare Hogan e Converse alla Maddalena, ma anche i vecchi e nuovi equilibri di camorra delle cosche attraversate dalle guerre di camorra scatenate negli anni scorsi dalle giovani leve della decimata Paranza dei Bimbi dei Sibillo, e poi dai pentimenti di personaggi del calibro di Maurizio Ferraiuolo, ex boss di Forcella, e Framcesco Mazzarella. Sono loro insieme con altri quattro collaboratori di giustizia (Salvatore Russomagno, Raffaele Sollo, Errico Autiero e Francesco Giannino) i principali accusatori del clan Mazzarella e della famiglia di Francesco Rinaldi ‘ o pacià, il  boss alleato di San Giovanni a Teduccio.

Il boss pentito Maurizio Ferraiuolo ha raccontato agli investigatori l’accordo sui proventi del pizzo alle bancarelle del mercato. L’accordo prevedeva che il gruppo del Ferraiuolo avesse una quota dei proventi derivanti dalle estorsioni nel mercato della Maddalena, offrendo in cambio l’impegno di versare una quota dei proventi alla famiglia di Vincenzo Mazzarella e di occuparsi dell’assistenza economica dei detenuti affiliati alla cosca. In uno dei suoi primi verbali da pentito Maurizio Ferraiulo spiega i termini dell’accordo:

“Fino al momento del mio ultimo arresto ero un capo anche per la famiglia Mazzarella e quindi nella zona della Maddalena avevo confermato Francesco  Rinaldi per il ritiro delle estorsioni; solo per due mesi avevo delegato Sarnelli e  Antonio Mauriello… La famiglia di Mazzarella Vincenzo (con il figlio Michele) gestiscono la zona di Forcella ed hanno il controllo della Maddalena, soprattutto dopo il mio arresto. Le zone limitrofe come San Gaetano e via Duomo, San Biagio dei Librai e Porta Anticaglia, San Giovanni a Carbonara. Carriera Grande, Porta Capuana e zona della Ferrovia sono sempre controllate da Mazzarella Vincenzo. …Nella zona di San Giovanni i referenti di Mazzarella erano Franco, Roberto e  Ciro Figaro con un certo Clemente. Con Franco, libero, ci mandavano delle “imbasciate-” tramite un mio zio Vollero Salvatore detto torocchiello che lo aveva cresciuto. Ciò  avvenne dopo la morte di Andrea Ottaviano ucciso da Luciano Mazzarella e da Lucianiello…

…Dopo la mia uscita dal carcere nel luglio 200, Oreste Fido e Andrea Ottaviano, deceduto, mi  offrirono dei soldi sotto indicazione di Del Prete Alessandro per convincermi a co11vivere con i Mazzarella nella zona di Piazza Mercato e di Forcella. In quel periodo Ottaviano Andrea controllava anche San Giovanni. I soldi li rifiutai anche se li tratteneva Enzo Garofalo, condannato con me all’ergastolo. Su richiesta della moglie di Vincenzo Mazzarella incontrai Oreste Fido  tramite Alessandro Del Prete con i due figli (Salvatore e l’altro di cognome Sollo e di nome Raffaele, responsabile a Forcella in quel momento in assenza del fratello  Giuseppe Del Prete insieme a Fabio D’Amico). Con D’Amico Fabio, genero di Vincenzo Mazzarella, ebbi subito un chiarimento per affermare che la zona della Maddalena rimaneva ai Ferraiuolo, in quell’occasione chiesi spiegazioni del perché sua moglie Lucia si era portata sotto l ‘abitazione di Romaniello Antonietta, dove abito anch’io con la mia famiglia, per accoltellarla. Sentitosi alle strette anche per la presenza dei Garofalo, cognato della donna, il D ‘Amico cercò di minimizzare dicendo che la moglie non era in se e che comunque per il futuro questo .fatto non doveva condizionare i nostri rapporti. Il D’Amico mi propose una quota del ricavo della contraffazione delle Hogan vendute nella zona della Maddalena di ogni attività illecita ivi avveniva. Siccome il D ‘Amico mi rappresentò che a causa delle molte detenzioni in carcere di sopportare di parte del clan, non potevano lasciar a me il controllo della Maddalena, mi convinsi ad incontrare Oreste Fido prima e poi anche Andrea Ottaviano. Ci incontrammo presso l’abitazione di  Giuseppe Del Prete ed in merito ricordo che fummo fermati dalle Forze dell’ordine. Dopo qualche settimana incontrai  Oreste Fido in compagnia di Gennaro o Rosario Uccello o Occiello in una pizzeria in Piazza San Nazzaro. Io ero con Garofalo e c ‘erano altre persone di scorta: Amirante Salvatore, Denni Dell’Aquila Lobascio,  Marotta Salvatore e Salvatore Morfeo o ‘russ. Nell’occasione Oreste Fido mi disse che il giorno di san Gennaro di quell ‘anno la moglie di Vincenzo Mazzarella e Fabio D’Amico gli avevano consegnato le chiavi i Napoli. intendendo che tutte le attività illecite dei Mazzarella, compresi gli interessi a San Giovanni e Fuorigrotta li avrebbe curati lui avendo base a Porta Nolana. Oreste Fido, padre di Salvatore Fido, mi disse che io avrei potuto continuare a .are le mie cose ma sempre previo benestare dei Mazzarella ma non creando un nuovo gruppo intorno a me. Loro mi avrebbero inoltre corrisposto la quota mensile dei proventi della Maddalena come ho detto sopra. Dopo poco uscì  di carcere Ciro Figaro il quale chiese di incontrarsi con me Non volli incontrare Ciro Figaro, che sapevo esser un killer tantomeno con Andrea Ottaviano, il quale, poichè cugino di Michele Mazzarella poteva ben venire da solo presso la mia abitazione per parlare delle problematiche dei Mazzarella…”.


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