Terzigno, divieto di dimora per il consigliere Tomassi

Terzigno: False residenze ai cinesi: la Cassazione conferma il divieto di dimora al consigliere comunale Giovanni Tomassi nell’ambito dell’inchiesta sulle false residenze ai cittadini stranieri. Gli ermellini hanno rigettato il ricorso dei difensori e confermato la decisione del Tribunale del Riesame di Napoli su richiesta della Procura di Nola. Al politico di Terzigno viene imposto il divieto di dimora nel comune dove risiede e dove si sarebbero svolti alcuni degli episodi oggetto dell’inchiesta della magistratura. La decisione della Cassazione dovrà essere notificata all’imputato che nel frattempo sta affrontando il processo davanti ai giudici di Nola. La prima udienza è prevista per il 3 febbraio prossimo. La decisione della Cassazione potrebbe indurre il Prefetto a sospendere il consigliere per l’impossibilità a svolgere il proprio mandato politico e partecipare ai consigli comunali, così come accadde quando finì agi arresti domiciliari. Prima del pronunciamento della Cassazione, Tomassi aveva l’obbligo di firma in caserma: lo ottenne dal gip del tribunale di Nola quando, pochi giorni dopo il suo arresto avvenuto circa un anno fa, spiegò che era sua intenzione lasciare il consiglio comunale. Il politico, però, non si dimise più e il pm presentò un ricorso al Riesame contro la decisione del gip, chiedendo nuovamente i domiciliari. I giudici del Riesame disposero, allora, il divieto di dimora ma i legali di Tomassi presentarono ricorso in Cassazione. L’inchiesta a marzo scorso portò alla notifica di un’ordinanza di custodia cautelare con provvedimenti di arresti domiciliari e obbligo di firma a carico di otto persone. Secondo l’accusa, al Comune di Terzigno venivano certificate false residente per consentire agli stranieri, in particolare cinesi, di ottenere il permesso di soggiorno. Nel mirino finirono anche il responsabile dell’ufficio anagrafe e il vigile urbano addetto agli accertamenti. A febbraio inizierà il processo.


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