Torre Annunziata. Una “stesa” in pieno giorno, di risposta ad altri spari in piena notte: e la città ripiomba nel terrore. Due gli episodi verificatisi ieri, entrambi in zona sud. A stretto giro, una sorta di botta e risposta, ricollegabile secondo gli investigatori ad intimidazioni maturate nell’ambito del controllo delle piazze di spaccio cittadine. I primi colpi di arma da fuoco sono stati esplosi, poco prima dell’alba, lungo corso Vittorio Emanuele III. Due colpi di pistola, calibro 9, sono stati indirizzati verso l’edificio in cui vivono diversi pregiudicati di una famiglia di pusher legata al clan di camorra Gallo-Cavalieri.
A distanza di poche ore, intorno alle 12:50, sarebbe giunta la violenta reazione. Teatro della “stesa”, stavolta, via Stamperia. Proprio lì, in una delle traverse tra via Castello e via Roma, a due passi da Palazzo Fienga, l’ex roccaforte del clan Gionta adesso sgomberata, semplici passanti hanno tremato in strada. Sei colpi di pistola, sempre calibro 9, hanno scatenato il panico all’ora di pranzo. Alcuni testimoni avrebbero raccontato agli inquirenti – le indagini sul presunto botta e risposta a colpi d’arma da fuoco sono affidate agli agenti del commissariato di polizia di Torre Annunziata (agli ordini del primo dirigente Vincenzo Gioia e del vicequestore Elvira Arlì) – di aver udito i colpi, scappando e mettendosi al riparo all’interno dei portoni vicini.
La “stesa” di risposta ha preso di mira la porta e la finestra della casa in cui vivono una donna e il suo compagno: lei è figlia di uno storico affiliato al clan Gionta, che per anni in quella zona ha gestito il business dello spaccio di stupefacenti. Il suo compagno, invece, sarebbe legato agli ambienti criminali vicini alla cosca rivale. In entrambi i casi sono intervenuti i poliziotti di Torre Annunziata, repertando i bossoli ritrovati in strada, con la collaborazione della sezione scientifica, ed avviando subito le indagini.
Non è escluso poi che, dietro i due raid, possano nascondersi le mire illecite dei rampolli del cosiddetto terzo sistema, gruppo formato da giovanissimi figli di detenuti affiliati ai due clan storici di camorra (Gionta e Gallo-Cavalieri). Rampolli che, approfittando di famiglie decimate dagli arresti e conseguenti vuoti di potere in città , hanno formato un nuovo sodalizio criminale trasversale. Tutte ipotesi sulle quali, senza sosta, lavorano gli inquirenti. I poliziotti, già dal primo pomeriggio di ieri, hanno eseguito diverse perquisizioni a casa di pregiudicati. L’obiettivo è la ricerca di dettagli utili alle indagini. Le vittime di entrambi i raid, per ora, non hanno fornito particolari rilevanti.
 Monica Barba