Torre del Greco, uccisero un innocente: due ergastoli e due condanne a 12 anni di carcere

Fine pena mai per i responsabili dell’omicidio di una vittima innocente della guerra di camorra della fine degli anni Novanta a Torre Ddel Greco. Il pm Maria Di Mau­ro della Dda di Napoli ha chiesto il massimo della pena per per Antonio Scognamiglio e Sebastiano Tutti responsabili dell’omicidio di Vincenzo Cardone, il fabbro di 23 anni, ucciso per errore nel 1998.  A morire invece doveva essere Rosario Ramondo, pregiudicato noto come ‘o capuocchio ritenuto da Sebastiano Tutti tra i re­sponsabili dell’uccisione del fratello Santo. Dodici anni di carcere invece sono stati invocati dalla pubblica accusa nei confronti del boss pentito Domenico Falanga ‘a zagaglia che diede l’autorizzazione a compiere l’agguato e il killer materiale Antonio Mennella ‘o picciuotto anch’egli pentito. E’ stato grazie alle loro dichiarazioni che si è fatta luce su uno dei tanti “cold case” della camorra corallina. L’agguato si consumò il 26 settembre del 1998  davanti a un bar in via Litoranea dove la vittima era andata a prendere in caffè. Antonio Mennella, meglio noto come pezzottiello, poi ucciso in un agguato, diede la “bat­tuta”  sbagliata ai due sicari. Fu ingannato dal motociclo che la vittima aveva prestato qualche giorno prima a Rosario Ramondo. Il commando entrò subito in azione Antonio Scognamiglio che guidava lo scooter si diresse verso la vittima designata (che però era quella sbagliata) mentre Antonio Mennella ‘o picciutto si alzò sui pedalini sullo scooter e fece fuoco uccidendo l’innocente fabbro Vincenzo Cardo­ne.

 


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