Tullio De Mauro, l’ultimo saluto nella sua Sapienza

Si e’ svolta all’Universita’ La Sapienza la cerimonia laica per ricordare Tullio De Mauro, il linguista scomparso all’eta’ di 84 anni. Nato a Torre Annunziata il 31 marzo 1932, Tullio de Mauro ha insegnato nelle università di Napoli, Chieti, Palermo e Salerno. Docente di Filosofia del linguaggio alla Sapienza di Roma, è stato poi ordinario di Linguistica generale presso la stessa università. Nel 1966 è stato tra i fondatori della Società di linguistica italiana. Dal 2000 al 2001 è stato ministro della Pubblica Istruzione . Nel 2001 è stato nominato dal Presidente della Repubblica Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Per l’insieme delle sue attività di ricerca.

Uno studioso rigoroso e geniale, ma anche un uomo generoso e ironico, che ha ‘fatto scuola’ e impegnato tutta la vita nella battaglia per l’istruzione come simbolo di civiltà e libertà: è il ritratto emerso questa mattina nella commemorazione di Tullio De Mauro, linguista ed ex ministro della Pubblica istruzione scomparso il 5 gennaio a Roma. In un misto di commozione e sobrietà, tra gli occhi lucidi e le corone di fiori della presidenza della Repubblica e della Camera, della Regione Lazio e del Comune di Roma, della Fondazione Bellonci e del liceo Giulio Cesare, un ultimo, sentito abbraccio dato nella ‘sua’ Sapienza, dove conseguì la laurea nel 1956, in una aula 1 di Lettere gremitissima dentro e fuori di rappresentanti delle istituzioni, amici, intellettuali, colleghi e studenti. Ed è stato proprio il ricordo dell’amico di una vita, il professor Alberto Asor Rosa, a restituire la statura intellettuale e umana del grande linguista, al suo fianco per oltre 60 anni: “Parlo in veste di testimone: ci siamo conosciuti qui, su questi banchi della facoltà di Lettere, a metà degli anni ’50, e da allora non abbiamo mai smesso di frequentarci, sorridere e ridere, pur nelle differenze reciproche”, ha detto Asor Rosa nel suo intervento, pronunciato subito dopo quello del rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, ricordando l’amico per “l’umanità, le sofferenze silenziose, l’alto senso dei rapporti umani, l’amore per i figli, la capacità di dare senza prevaricare”. Definendo la Storia Linguistica dell’Italia Unita, pubblicata da De Mauro nel ’63, “una rivelazione e una mazzata sulla testa perché parlava di una lingua che era non solo di letterati, ma anche della gente”, Asor Rosa ha sottolineato come “la scienza linguistica più alta e la lingua come fenomeno sociale siano stati elementi mai abbandonanti da Tullio: in 60 anni di amicizia ho visto studiosi, colleghi, e politici occuparsi di storia italiana, di ceti sociali e conflitti, ma nessuno come lui ha studiato i comportamenti, le abitudini e i bisogni degli Italiani, che vedeva come la forma concreta e non ideologica della nazione”. A porgere omaggio alla figura dell’illustre professore e a stringersi accanto alla moglie Silvana e ai figli Giovanni e Sabina numerosi membri delle istituzioni tra cui il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli e quello dei Beni Culturali Dario Franceschini, la sindaca Virginia Raggi e poi Andrea Riccardi, Walter Veltroni, Piero Fassino, Sabino Cassese, Stefano Rodotà, Luigi Abete. “E’ stato un grande linguista e intellettuale che ha servito il Paese, un uomo libero e negli ultimi tempi un dinamico presidente del Premio Strega”, ha affermato il ministro Franceschini. “E’ una persona che non ho avuto il piacere di conoscere in modo approfondito ma che ci ha trasmesso l’amore per lo studio e per la ricerca. Questo deve accompagnare sempre ciascuno di noi”, ha detto la Sindaca Virginia Raggi, alla fine della commemorazione, terminata con un lungo applauso e con i presenti tutti in piedi. 


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