L’indagine conclusasi stamane con l’operazione ‘Kairos’ che ha portato i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Bari ad arrestare, soprattutto nel territorio dell’Alta Murgia, 17 presunti componenti del clan Nuzzi ha consentito di scoprire i mandanti e gli esecutori materiali di un duplice omicidio, un omicidio e due tentati omicidi, strategici per la conquista violenta del territorio di Altamura da parte di una nuova compagine criminale, molto agguerrita. Si tratta, in particolare del duplice omicidio di Rocco Lagonigro e Vincenzo Ciccimarra, entrambi di Altamura, avvenuto il 27 marzo 2010 nella città murgiana, non lontano dal mercato settimanale molto affollato. Il mandante è stato individuato in Pietro Antonio Nuzzi, presunto capo clan. Lo scopo era quello di assicurarsi il controllo del mercato degli stupefacenti. Le due vittime, i cui ‘movimenti’ furono seguiti da Angelantonio Nuzzi, vennero raggiunte nel centro cittadino dal commando omicida, di cui avrebbero fatto parte Stefano Gallo, 33 anni, e Giuseppe Carlucci, 34, detto Pippo, entrambi di Altamura. I due bersagli erano a bordo dell’auto condotta da Ciccimarra. Vennero freddati con una ventina di colpi di arma da fuoco.
Sempre lo stesso Pietro Antonio Nuzzi sarebbe il mandante dell’omicidio di Domenico Fraccalvieri, avvenuto il 27 giugno 2011 per questioni legate agli stupefacenti.La vittima venne raggiunta dal killer, individuato in Nicola Sorbo, 49enne di Mugnano di Napoli, mentre parcheggiava il suo motorino all’interno del garage della sua abitazione. Fraccalvieri venne ferito mortalmente con numerosi colpi di arma da fuoco, tutto avvenne sotto gli occhi della sorella che si trovava per caso nel box. Nell’ambito dell’inchiesta, è emersa anche la figura di un appuntato scelto dei Carabinieri effettivo alla Compagnia di Altamura, sospeso, il quale avrebbe reso nota, ai vertici del clan, per interposta persona, l’esistenza dell’indagine, chiedendo in cambio 2000 euro. I suoi stessi colleghi lo hanno sottoposto agli arresti domiciliari.
All’operazione hanno partecipato oltre 200 militari. Decine le perquisizioni domiciliari alla ricerca di armi e droga. Sono stati utilizzati unità cinofile, metal detector, strumentazioni sofisticate e anche un elicottero. Presunti capi ed affiliati sono stati neutralizzati da una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto di armi, anche da guerra ed esplosivi, traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, estorsione e danneggiamento. Eseguito anche il sequestro di due immobili per quasi mezzo milione di euro. Nel corso dei tre anni di indagine, i carabinieri avevano già recuperato un considerevole quantitativo di droga (cocaina, hashish e marijuana) e numerose armi, anche da guerra. L’indagine è partita nel 2014 e si è sviluppata quasi esclusivamente mediante servizi di osservazione e pedinamento effettuati in territori ostili e per mezzo di attività tecniche d’intercettazione telefonica ed ambientale.
E’ stata documentata una abbondante serie di elementi che dimostrano la nascita e l’operatività di una organizzazione criminale stabile che avrebbe avuto come capo Pietro Antonio Nuzzi, detto ‘U legn’, 34enne di Altamura. Tra le attività delittuose vi erano il traffico di stupefacenti, i reati contro il patrimonio (estorsioni e furti), contro la persona (omicidi e tentati omicidi), in materia di armi, ecc.. Durante le indagini sono stati sequestrati circa 50 chili tra cocaina, hashish e marijuana, ordigni rudimentali da utilizzare per atti intimidatori, numerose armi, anche da guerra e centinaia di munizioni, il tutto nella disponibilità del clan. E’ stata evidenziata la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il tenore di vita dei nuclei familiari di Pietro Antonio e Angelantonio Nuzzi, 37enne di Altamura. Per questo sono stati effettuati sequestri finalizzati alla confisca di 2 appartamenti, a loro in uso in città.
Al clan vengono attribuiti anche i due tentativi di omicidio ai danni di Donato Francesco Rinaldi, 58 anni, avvenuti ad Altamura il 30 novembre 2007 ed il 31 dicembre 2007, fatti mai denunciati dalla vittima, colpevole agli occhi dei rivali di aver tentato di acquisire la ‘piazza’ di spaccio di Altamura. Nella prima circostanza Rinaldi venne raggiunto mentre, da semilibero, stava per fare rientro nel carcere di Altamura. La pistola utilizzata per l’agguato si inceppò dopo il primo colpo e la vittima riuscì a rientrare in carcere riportando solo lievi ferite al volto dovute alla frantumazione del cristallo della sua auto. Il mese successivo, riuscì a fuggire senza conseguenze dopo essere stato intercettato mentre percorreva una via cittadina a bordo dell’auto della moglie che fu raggiunta da quattro colpi di arma da fuoco. In entrambe le circostanze, tra i componenti del gruppo di fuoco ci sarebbe stato Nicola Losurdo, 47enne di Altamura, ora collaboratore di giustizia. Nel corso di una delle numerose perquisizioni domiciliari, effettuata nell’abitazione di Michele D’Abramo, i carabinieri hanno scoperto, abilmente nascosta in un bagno, la somma contante di quasi 60 mila euro, subito sequestrata.