“Possibile che, anche alla luce di quanto emerso dall’interrogatorio che il deputato grillino Tofalo ha avuto davanti ai pm di Napoli, non sia stato ancora rimosso dal Copasir? Ma i presidenti di Senato e Camera stanno seguendo questa incredibile vicenda?”. Così il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. “Tofalo, per sua ammissione, ha non solo frequentato ma anche pagato il viaggio a Istanbul della trafficante di armi, oggi agli arresti, Fontana, e insieme a lei avrebbe incontrato un pericolosissimo leader libico ed estremista islamico – aggiunge Gasparri – . Tofalo conobbe e andò a Istanbul in qualità di membro del Copasir per avere contatti con un personaggio pericoloso e per farlo anche venire in Italia. Ma stiamo scherzando? Chi ci garantisce che il deputato 5Stelle non abbia avuto accesso a informazioni riservate e le abbia poi a sua volta fornite a chi potrebbe attentare alla nostra sicurezza? C’è un’indagine in corso ed è giusto chiarire le posizioni di ognuno”. “Ma prima di allora Grasso e Boldrini non ritengono più opportuno allontanare Tofalo dal Copasir? Mi associo alle forti preoccupazioni espresse anche oggi dal sen. Latorre e chiedo insieme a lui che si agisca per la tutela nazionale. Il Copasir non è un gioco nelle incaute mani di qualche grillino. Si intervenga subito”, conclude il senatore azzurro.
”L’ammissione di Tofalo non è accettabile e di una gravità inaudita. Si dimetta subito non solo dal Copasir ma da tutte le istituzioni”. Così il senatore del Pd Stefano Esposito commenta su twitter “l’ammissione del 5stelle Tofalo ‘Ho pagato io un viaggio di Lady Fontana’, nella vicenda delle ‘Armi per l’Isis da Napoli alla Libia'”. Intanto Il tribunale dei Riesame di Napoli ha confermato la custodia cautelare in carcere per Mario Di Leva e Annamaria Fontana, la coppia di coniugi di San Giorgio a Cremano, nel Napoletano, arrestati nei giorni scorsi nell’ambito di una inchiesta su un traffico internazionale di armi con la Libia e l’Iran. I giudici hanno accolto la richiesta del pm del Dda, Catello Maresca, titolare dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.