La Corte di Cassazione ha assolto Vincenzo Troia, unico imputato come presunto mandante, nel processo per l’omicidio dell’innocente meccanico di San Giorgio a Cremano, Vincenzo Liguori. L’uomo, padre della giornalista del Mattino, Mary, fu ucciso il 13 gennaio 2011 mentre era a lavoro nella sua officina da uno dei proiettili esplosi dal killer per uccidere Luigi Formicola. Il ras di San Giorgio a Cremano legato alla camorra di Ponticelli esce quindi defintivamente di scena dopo che in primo grado era stato condannato al’ergastolo. Sentenza poi ribaltata in Appello e confermata dalla Cassazione nonostante ci fossero le dichiarazioni del pentito Giovanni Gallo, che all’epoca fece da basista per l’omicidio Formicola. Secondo i giudici di Appello “ciò che manca, rispetto alle accuse di Gallo, sono i riscontri estrinseci individualizzanti relativi al Troia”. In secondo grado furono anche scartate le intercettazioni che l’accusa aveva portato come supporto alla sua ricostruzione e all’ipotesi del movente: ovvero i colloqui in carcere tra esponenti della famiglia malavitosa degli Abate e di un dialogo che capta commenti sugli episodi di San Giorgio a Cremano. In alcuni di quei colloqui si commentavano le voci che circolavano in città e relative alla possibile volontà di Troia, da poco uscito dal carcere dopo una condanna, di vendicarsi di Formicola perché era stato denunciato da un socio di questi nella gestione di un negozio che era accanto all’officina del povero Liguori “Si tratta -scrissero nelle motivazioni i giudici di secondo grado – di notizie che appaiono frutto di un sapere deduttivo da conoscenza diffusa dei fatti, notizie de relato la cui fonte imprecisa resta ignota». Di qui l’assoluzione, che ieri ha trovato la conferma nella pronuncia della Cassazione.