Boscoreale, i proventi della droga nel ‘mattone’: confiscato il patrimonio di Franco Casillo

Boscoreale. Un patrimonio di dieci milioni di euro: immobili, polizze assicurative e conti correnti bancari acquisito con i proventi del traffico degli stupefacenti. Destinatario del provvedimento, Francesco Casillo, alias a Vurzella, pregiudicato di Boscoreale e a capo di una costola del clan Aquino-Annunziata. L’ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Napoli ha emesso un provvedimento di confisca nei confronti del boss, che dopo un periodo di collaborazione con l’antimafia, non era stato ammesso al programma di protezione. Nella lista dei beni confiscati 66 appartamenti situati tra Boscoreale, Poggiomarino e Vitulazioni in provincia di Caserta, realizzati dall’impresa di Giuseppe e Alfredo Vita, gli imprenditori di Boscoreale titolari della Vita Costruzione. Secondo gli inquirenti, quella lottizzazione sarebbe stata realizzata con i proventi del traffico di stupefacenti di Casillo e di Alfonso Annunziata, alias ‘a calabrese, il noto narcos boschese da anni in carcere. Francesco Casillo, detenuto per associazione per delinquere, omicidio e traffico di stupefacenti aveva intestato alla moglie Concetta Imma Cirillo, gran parte delle proprietà. Nel marzo del 2014, Casillo fu arrestato per aver gestito la piazza di spaccio del Piano Napoli di via Passanti Scafati a Boscoreale, successivamente è stato condannato per l’organizzazione del duplice omicidio dei fratelli Manzo, avvenuto a Terzigno in Corso Alessandro Volta, il 10 febbraio del 2007. Un duplice omicidio di cui aveva parlato lo stesso Casillo nel corso della sua breve collaborazione con lo Stato. Gli inquirenti hanno ricostruito l’intero patrimonio del boss e per effetto delle condanne il magistrato ha proposto la confisca di tutti i beni riconducibili a Casillo.

Il boss di Boscoreale è imputato insieme ad Alfonso Annunziata e ad altri 15 presunti affiliati al clan Aquino Annunziata per riciclaggio, oltre a traffico di banconote false e titoli finanziari stranieri contraffatti per episodi avvenuti tra il 2002 2 il 2010. Tra gli imputati anche Giuseppe e Alfredo Vita che, secondo l’antimafia, avrebbero reinvestito i capitali illeciti nella realizzazione di una serie di lottizzazioni, tra le quali quella di Vitulazio che risultava formalmente intestata ai Vita, ma che – secondo gli inquirenti – erano di Alfonso Annunziata, Francesco Casillo e della moglie di quest’ultimo Imma Carillo. Ma il reinvestimento nel mercato immobiliare di Casillo Annunziata ha riguardato anche un’altra ditta la Rig Costruzioni di Domenico Pelliccia, con la quale i boss di Boscoreale avevano acquistato tre abitazioni di Napoli ad un’asta fallimentare, investendo 650mila euro.


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