Il Tribunale del Riesame di Napoli ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare per Luigi Scognamiglio, l’imprenditore napoletano arrestato il 24 gennaio scorso per aver favorito la latitanza del boss della camorra Antonio Lo Russo, detto ‘capitone’, arrestato a Nizza dopo quattro anni di fuga nel 2014. Contro il gioielliere, titolare del marchio ‘Calabritto 28’, c’erano proprio le accuse del boss che da due mesi ha deciso di pentirsi, confermate da dichiarazioni della moglie Anna. Lo Russo ha raccontato ai pm della Dda di Napoli di essere stato protetto, per quasi un mese, subito dopo essere sfuggito alla cattura nel maggio del 2010, da Scognamiglio il quale, per legami di amicizia risalenti nel tempo, gli avrebbe messo a disposizione una casa che aveva nel quartiere napoletano di Chiaia. In quella casa, secondo il racconto del pentito, sarebbero avvenuti incontri con altri affiliati della cosca e con la moglie. L’avvocato Sergio Cola, legale del gioielliere, ha dimostrato che gli elementi raccolti dai pm contro l’imprenditore non erano tali da giustificare il carcere per il suo assistito.