“Fratello, hanno fatto una cosa sistemata eh? Non sappiamo chi è stato però so che è una cosa sistemata. È arrivato il momento buono che devono togliere tre o quattro teste da mezzo, questa persona che ha fatto questa cosa può scendere pure domani e si prende la Sanità”. E’ il commento cinico che il giovane aspirante boss del rione don Guanella Walter Mallo faceva seduto davanti al computer leggendo la notizia riportati da dai siti immediatamente dopo la sparatoria di via Faontanella alla Sanità in cui furono uccisi Giuseppe Vastarello, nipote del ras Vittorio, e suo cognato Salvatore Vigna mentre altri altri rimasero feriti. Il boss idealista che citava Che Guevara sul suo profilo facebook non sapeva di essere intercettato dai carabinieri. E’ la sera del 22 aprile scorso Mallo e i suoi fedelissimi, Vincenzo Danise, Paolo Russo e Rudi Rizzo, (il boss e i primi due saranno arrestati dopo qualche settimana, il 5 maggio, Russo qualche mese dopo) si trovano a casa “dei fratelli nostri del rione Traiano” e commentano la strage. Le cimici che i carabinieri hanno abilmente piazzato sia nella casa covo del rione don Guanella dove Mallo e i suoi tenevano i loro summit sia a casa di “Tonino” al rione Traiano uno “fratelli che tengono il mitra” come era emerso in altre intercettazioni, captano i loro commenti. E Rudi Rizzo nel chiudere il discorso sulla strage di via Fontanelle dice: “Prima li hanno fatti azzeccare a tutti quanti poi psccc,!”. Intrecettazioni che sono state presentate l’altro giorno del pm Urbano Mozzillo della Dda di Napoli al processo che si sta celebrando davanti alla quarta sezione della Corte di Assise di Napoli a carico dei responsabili ovvero Antonio Genidoni, il reggente dei “Barbudos”, figliastro del boss ucciso alla Sanità, Pierino Esposito, la mamma Addolorata Spina, la moglie Vincenza Esposito e i due presunti killer Emanuele Salvatore Esposito e Alessandro d’Aniello. Anche i cinque erano intercettati a Milano nell’abitazione dove Antonio Genidoni trascorreva i suoi arresti domiciliari e furono arrestati ad inizio maggio scorso furono bloccati in tempo prima che compissero un’altra strage per vendicare la morte di Giuseppe e Filippo Esposito rispettivamente padre e del fratello di Emanuele Esposito, uccisi nella loro officina a Marano per una vendetta trasversale da parte dei Vastarella.
(nella foto da sinistra Walter Mallo, Paolo Russo, Vincenzo Danise e Rudi Rizzo)