Gli Emirati Arabi hanno ratificato il trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione con l’Italia. A renderlo noto è il deputato Pd ,Davide Mattiello, che da tempo chiede la ratifica, da parte del Parlamento italiano, di questo trattato che consentirebbe il rientro in Italia dei latitanti fuggiti negli Emirati. Tra questi c’è l’ormai famoso supernarcos internazionale Raffaele Imperiale detto Lelluccio ‘o parente, quello dei famosi Van Gogh rubati al museo di Amsterdam e nascosti alla periferia di Castellammare di Stabia in casa dei genitori. Raffaele Imperiale, figlio del noto costruttore stabiese Ludovico, è in cima alla lista dei superlatitanti da catturare. E’ quello che grazie ai suoi contatti internazionali ha inondato la Campania di cocaina negli ultimi dieci anni. Legato a doppio filo al cartello degli Scissionisti degli Amato-Pagano di Secondigliano tanto da finanziare con l’invio di mitra e bombe la sanguionosa prima faida di Scampia contro i Di Lauro. Il mese scorso è stato condannato a 18 anni di carcere insieme a boss e gregari del clan Amato-Pagano per traffico internazionale di droga. E il 2 febbraio scorso il Procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo a margine della conferenza stampa di presentazione ed esposizione nel Museo di Capodimonte dei due Van Gogh ritrovati, ebbe a dire: “Abbiamo attivato le pratiche necessarie. Ora vedremo i tempi tecnici per conseguire i risultati”. Ma il deputato Pd, Mattielo lancia l’allarme perchè sostiene che “L’Italia non ha ancora ratificato quel trattato, che brutta figura. Nessuna delle spiegazioni che dal marzo 2016 il Governo in vari modi ha dato sulla questione della mancata ratifica dell’accordo di cooperazione giudiziaria e di estradizione tiene più: nemmeno le perplessità manifestate dal Quirinale sulla pena di morte, dal momento che l’accordo firmato dal Ministro Orlando nel settembre del 2015 è in tutto simile a quello che abbiamo con altri Paesi che contemplano la pena di morte, come gli USA. Si apprende ora che gli Emirati hanno proceduto sulla strada della ratifica di quell’accordo e quindi l’urgenza aumenta: che brutta figura rischia di fare l’Italia, con uno dei suoi principali partner economici! Vale la pena rammentare ancora una volta che esiste sempre e comunque il canale della così detta cortesia diplomatica per ottenere l’estradizione dei latitanti italiani e che in ogni caso diventa difficile persuadersi che il trattato, qualora dovesse essere ratificato anche dall’Italia, non varrebbe che per il futuro. Ancora la scorsa settimana sono intervenuto in Aula per sollecitare la risposta del Governo tanto alla interrogazione che ho a suo tempo presentato, quanto alla risoluzione votata a larga maggioranza in Commissione Giustizia nell’ottobre del 2016: ma dal Governo nessuna reazione. Peccato”.
A proposito di Imperiale gli investigatori hanno accertato che per oltre un anno il super narcos ha alloggiato nella suite
del Burj Al Arab di Dubai, uno degli hotel più lussuosi del mondo, realizzato su un isolotto artificiale nel bel mezzo del Golfo Persico e collegato alla terraferma con un ponte lungo 280 metri.
Una suite da sogno realizzata su due piani, con un ascensore interno per un totale di 780 metri quadri. Imperiale viveva qui con la sua famiglia (moglie e due figli) e tutti i comfort possibili. La Royal suite, infatti, è dotata al suo interno di un cinema, una biblioteca, piscina, vasche idromassaggio, uno studio, un bar privato e maggiordomi addetti al servizio in camera h24, oltre a una sala internet con più pc e connessione wi- fi. A questo, poi, va aggiunta la possibilità di accedere a una spiaggia privata e il servizio di collegamento in limousine fino all’aeroporto. Raffaele Imperiale per risiedere al Burj Al Arab spende va mediamente 1 milione di euro all’anno. Briciole per chi è stato capace di guadagnarne anche 80 all’anno, con il traffico internazionale di cocaina e i vari investimenti fatti in quasi dieci anni d’attività, da narcos.
Basta pensare che in una lettera inviata alla Procura di Napoli, Imperiale ha di fatto messo a disposizione della giustizia una parte del suo patrimonio: tredici ville a Terracina, dieci a Giugliano, un casolare con un grosso appezzamento di terreno a Pianura e i due Van Gogh, sequestrati a casa dei genitori a Castellammare di Stabia. Un vero e proprio memoriale nel quale il super-narcos s’è detto disponibile ad aiutare anche le forze dell’ordine “per la lotta alla criminalità organizzata”, mettendo a disposizione 10 automobili da 40mila euro l’una. Una potenza economica impressionante costruita con il traffico internazionale di cocaina, cominciato dal Rockland coffee shop di Amsterdam (locale che ha comin ciato a gestire dopo la scomparsa del fratello Sami), e dove conobbe Rik Van de Bunt, il famoso trafficante olande e Rick il biondo passato per gli accordi con i cartelli sudamericani del narcotraffico fino ad arrivare a Scampia. Nel 2009 – secondo gli investigatori – l’ultima toccata e fuga in Italia, prima di godersi il buen retiro di Dubai.
(nella foto l’hotel Burj Al Arab di Dubai e nel riquadro Raffaele Imperiale)