C’è una pista investigativa importante a si lavora da tempo per risalire ai killer di Ciro Esposito, ‘o spagnuolo, figlio 18enne del ras “Pierino”, ucciso il 6 gennaio 2016 nel rione Sanità. Fu quello il primo omicidio della faida che determinò poi la cacciata dal rione di tutto il gruppo dei “Barbudos” ovvero la famiglia Esposito-Spina-Genidoni e dei Mallo e che portò come conseguenza nefasta anche all’uccisione dell’innocente Genny Cesarano prima della plateale esecuzione in piazza Sanità del boss Pierino Esposito. La traccia l’hanno data agli investigatori gli stessi familiari del giovane ucciso. Infatti agli atti delle 80 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Francesca Ferri grazie alla quale sono stati arrestati il mese scorso mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio dell’innocente Genny c’è un’intercettazione ambientale registrata il 23 marzo del 2016 a Milano nell’abitazione dove Antonio Genidoni, (figlio di Addolorata Spina, moglie di Pierino Esposito e mamma di Ciro, le due vittime)reggente dei Barbudos stava scontando gli arresti domiciliari.
“Addolorata Spina e Vincenza Esposito, discutono con Antonio Genidoni delle potenziali cause dell’omicidio del loro congiunto Ciro Esposito (figlio di Pietro detto “Pierino”, ndr). Le due donne, in base a quanto appreso da Agostino Riccio (prima che quest’ultimo transitasse con i Vastarella) ritengono che Ciro sia stato ammazzato a causa di Francesco Spina che “lo aveva mandato a parlare sopra a una tavola a Forcella”. Antonio Genidoni invece, escludendo tale eventualità, riferisce di avere appreso in carcere che il fratello Ciro aveva partecipato (guidando lo scooter) all’omicidio di Ciro Lepre. Quindi, dopo aver discusso dei contrasti tra i gruppi criminali insediati in altri quartieri cittadini, tornano a parlare dei Vastarella che “li hanno cacciati dalla Sanità”.
La novità è rappresentata dalla traccia investigativa che porta all’omicidio di Carmine Lepre ‘o polpettone fratello del boss del Cavone, Ciro ‘ o sceriffo. Mentre l’altra ipotesi che avanza Alessandro D’Ainello ovvero quello di una reazione dei Sibillo per questioni di accordi non trovati sulla divisione delle piazze di spaccio con l’allora “Paranza dei Bimbi” passa in secondo piano.Anche se a tale proposito ci sono delle intercettazioni telefoniche tra esponenti dei Sibillo arrestati nell’ultimo bliz del maggio scorso in cui si far riferimenro all’omicidio di Ciro Esposito come una cortesia che gli stessi avrebbero fatto ai Frenna per sdebitarsi di un debito di droga che avevano nei loro confronti. Antonio Genidoni riferisce fatti con particolari certi. Fatto sta che gli inquirenti stanno cercando i riscontri a quesi racconto.
Carmine Lepre fu assassinato in via Francesco Saverio Correra il 12 settembre 2014. Si era trasferito a Marano da qualche tempo, ma i suoi 57 anni di vita ave- vano avuto sempre il Cavone come epicentro. Lì “Polpettone” era cresciuto negli ambienti di malavita sotto l’egida del fratello boss Ciro “o’ sceriffo” e lì ha trovato la morte. Secondo polizia e carabinieri Carmine Lepre non aveva alcun ruolo di vertice nel clan e che in quel momento il reggente era un altro pregiudi- cato, che non fa Lepre di cognome.
(nella foto da sinistra Antonio Genidoni reggente dei Barbudos e Carmine Lepre polpettone)