Camorra, il latitante Lomasto parlava in dialetto ferrarese pensando di sfuggire alla cattura dei poliziotti napoletani

Quando l’altro giorno gli agenti della squadra mobile di napoli sono arrivati nella sua abitazione di Ferrara in emilia Romagna dove si era nascosto Giuseppe Lomasto ha tentato maldestramente di distogliere l’attenzione degli agenti nei suoi confronti quando, con fare indifferente, ha cercato di parlare con i poliziotti in dialetto ferrarese, con la speranza di far credere di essere una persona nativa del posto. Ma per lui sono scattate le manette e ha fatto ritorno a Napoli dove lo aspettano 10 anni di carcere per traffico internazionale di droga. Giuseppe Lomasto,  risulta essere “un elemento di elevatissima caratura criminale, specializzato nel settore del traffico di sostanze stupef centi”, così come conferma il gip che ha firmato l’ordinanza. La sua carriera criminale, come ricorda Il Roma, ha inizio negli anni ’80, distinguendosi per le sue capacità criminose, ovvero per essere il responsabile di una delle più fiorenti attività dello spaccio di sostanze stupefacenti. In breve tempo acquista la fiducia da parte dei vertici della nota e oramai storica organizzazione camorristica denominata “clan Licciardi”, attiva a tutt’oggi. Per tale motivo risulta legato ad alcuni personaggi di rilievo che hanno caratterizzato la storia della criminalità partenopea tra cui Gaetano Bocchetti, Costantino Sarno, Giuseppe e Salvatore Lo Russo, Gennaro Licciardi, Mallardo Giuseppe e Eduardo Contini.
Lomasto aveva il compito specifico di gestire il traffico di sostanze stupefacenti. Dopo alcuni anni, a seguito di sanguinosi ed efferati conflitti tra i vari sodalizi dell’interland me- tropolitano e dopo numerosi simi omicidi di camorra, è stata creata, con la coalizione di clan storici, la più vasta e nota associazione mafiosa di tipo camorristico denominata “Al- leanza di Secondigliano”, di cui ne faceva parte a pieno titolo. In tale contesto, Lomasto è rimasto coinvolto in ben tre agguati camorristici, due a Napoli e uno a Viareggio.
La geografia camorristica a Secondigliano e a Scampia è cambiata più volte negli ultimi anni, ma ora sembra aver trovato un assestamento pur in presenza di fibrillazione nel- l’ambito dei traffici di droga tra iLo Russo di Miano egli ex Sacco-Bocchetti che ancora controllano una parte di San Pietro a Patierno.
Ma tra la “Vanella-Grassi”, gli Abete-Abbinante-Notturno- Aprea, i Di Lauro e gli Amato- Pagano l’accordo sulla divisione delle zone di influenza sembra reggere e prevede per ognuno la gestione delle piazze di spaccio, da sempre un business milionario, sulla base di una spartizione studiata a tavolino. Per completare il quadro camorristico, va sottolineato il ri- torno alla grande dei Di Lauro, retti dal boss latitante Marco, che si sono allargati con accordi vari uscendo fuori dal re- cinto del rione dei Fiori in cui erano stati costretti. Mentre nessuno mette in dubbio il po- tere dei Licciardi nella Masseria Cardone, anche sulla base della circostanza che l’Alleanza di Secondigliano comprende altri due clan fondatori: i Contini del Vasto-Arenaccia e i Mallardo di Giugliano.


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