Camorra, il pentito: “Giravamo per il rione Traiano armati di fucili e mitra per fare una strage dei Cutolo”

Le numerose piazze di spaccio del Rione Traiano hanno sempre creato problemi di gestione. In modo particolare negli anni i contrasti si sono acuiti con il guppo del boss Salvatore Cutolo “Borotalco” attualmente in carcere e in modo particolare con i figli. C’ è stato un momento in cui si è sfiorata la strage. Lo ha raccontato agli investigatori il boss pentito di Forcella, Maurizio Ferraiuolo:

.”..Ricordo che quando i Borotalco, ossia i figli di Cutolo Salvatore andarono a sparare contro il chioschetto della seconda moglie di mio nonno Raffaele Ivone.
Giuseppe Ivone si rivolse a me a Forcella; questo prima della decisione di sparargli. In quel periodo siamo stati due giorni a Rione Traiano io, Rosario Baselic, Pietro
Moccardi, Tonino o ‘nfinferino, cugino di Moccardi, Tubeli Gennaro, i figli di Alfredo o ‘biondo Sorianiello: Simone e Foffi con due loro cugini, un ragazzo a nome Savio,
mio cugino Salvatore Amirante, Garofalo Vincenzo, Salvatore Marino, Salvatore Illiano, Denni Lo Bascio o ‘niro ed altri, anche componenti della mia famiglia:
Ivone Giuseppe, Ivone Gustavo, lvone Luigi, Ivone Raffaele fìglio del defunto Antonio quest’ultimo sparò con una pistola a salve. Voglio dire che i gruppi di cui ho detto si
dichiarano divisi ma sono un tutt’uno., gestiti e consigliato dai fratelli Bernardo. Spararono contro i miei parenti (zii e cugini), che gestiscono gran parte delle piazze di cocaina ed erba alla Loggetta, pagando l’estorsione a queste persone per poter spacciare Si parla di 12.000 euro a settimana insieme ai proventi di altre piazze. L ‘origine del contrasto fu la richiesta a mio zio Giuseppe Ivone di aumentare l ‘estorsione pagata, fino ad allora di euro 2000: mio zio si rivolgeva loro in malo modo perché non voleva pagare piu’ di tanto; i suoi fratelli per evitare il peggio integrarono  la loro quota di estorsione aggiungendo 500-1000 euro alla loro quota. Un giorno glie storsori
buttarono sulla bancarella della zia un chilo  di cocaina tagliata male in segno di dispregio e dissero che gli Ivone avrebbero dovuto venderla in quanto il sabato
successivo sarebbero passati a ritirare i soldi. Mio zio Giuseppe Ivone reagì e gli tiro’ dietro il chilo di droga. A questo punto O’ Coniglio, genero di Pulcinella detto
Straccetto, sparo ‘ contro i presenti e sfioro ‘ se non erro mia zia. Ivone Raffaele tossicodipendente ma capace con la pistola rispose con una pistola a salve
interrompendo cosi’ la sparatoria. Per questo motivo ci demmo da fare al Rione Traiano facendo lavorare solo le piazze dei miei zii e provocando la reazione dei
nostri avversari affinchè scendessero in strada. Giravamo armati con motorini, macchine, armati di tre fucili a pompa che mi diedero i iei zii Gustavo e Giuseppe Ivone, che li mandarono a ritirare da Tubelli Biagio presso il suo biliardo, tramite mio zio Luigi; avevamo anche alcuni kalashnikov, sicuramente il mio, due fucili a carme mazze, due o tre pistole portate da me da Napoli (Forcella), inoltre in clinica da Alfredo Sorianiello recuperammo altre persone ed altre armi…”


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