Camorra, il racconto choc del pentito: “I Lo Russo volevano fare una strage alla Sanità e poi uccidere anche Francesco Spina e Gianni Sequino”

Prima voleva fare una strage poi dopo l’omcidio del boss sarebbe dovuto toccare al cognato. Carlo Lo Russo ex capo, oggi pentito, del clan dei “Capitoni” di Miano uscito dal carcere due anni fa era diventato uno spietato boss sanguinario. Lo ha raccontato agli investigatori un altro collaborarore di giustizia, quel Rosario De Stefano che lo stesso lo Russo aveva etichetto come “Gli occhi del clan Lo Russo dentro il rione Sanità”. Ovvero il basista per eccellenza. E Rosario De Stefano che fece da basista per l’omicidio del boss Pierino Esposito ha raccontato agli investigatori quali erano gli scopi omicidiari di Carlo Lo Russo prima e subito dopo il plateale agguato in piazza Sanità. L’agguato al padrino del rione che aveva osato sfidarlo e chiamato “drogato e ubriacone” purtroppo era stato preceduto dalla famosa “stesa” della notte del 6 settembre in cui fu ucciso la vittima innocente Genny Cesarano:

“…a tale riguardo tanto il Cutarelli che il Perfetto mi hanno riferito che in realtà il Cesarano non era l’obbiettivo dell’omicidio dal momento che loro erano stati mandati da Carlo Lo Russo a fare un “raid “ alla Sanità per ammazzare qualcuno del gruppo di Esposito Pierino ovvero per fare una “stesa”, e ciò dal momento che l’obbiettivo primario di Carlo Lo Russo era quello di eliminare l’Esposito Pietro e il suo gruppo magari provocandoli ed inducendoli a venire allo scoperto. Sempre in relazione a tale omicidio tanto il Cutarelli quanto il Perfetto hanno ammesso di aver sparato all’indirizzo del gruppo di ragazzi tra i quali c’era il Terracciano ma non con lo specifico intento di uccidere lo stesso Cesarano… il mandato di Carlo Lo Russo era quello di fare una “strage”, nel senso che fu proprio il predetto Lo Russo Carlo a dire, anche avanti a me la mattinata del mercoledì, che “doveva morire” non solo Pietro Esposito insieme al gruppo di ragazzi che “stavano vicino” allo stesso Esposito P., e in particolare Mollo Walter, Esposito Manuel, un ragazzo soprannominato il Pirata (attualmente passato con i Vastarella), un altro ragazzo chiamato Nino D’Angelo, e altri due ragazzi uno dei quali si chiama Agostino (attualmente passato con Ciro Mauro dei Miracoli)…

“..ho incontrato il Cutarelli e il Perfetto a Miano all’interno di una abitazione ubicata su una salita di fronte al Bar Mexico dove una volta c’era la clinica Villa Russo; in tale occasione i due killer mi hanno loro stessi raccontato, nel dettaglio, la dinamica dell’agguato mortale portato all’Esposito. In tale circostanza in tale abitazione c’erano anche il Lo Russo Carlo, De Musis Antonella, Buono, Enzo Lo Russo (figlio di Carlo) i quali si complimentarono con me per il contributo e mi chiesero notizie sull’”aria che tirava” alla Sanità, aggiungendo che volevano ammazzare altre persone, e in particolare Francesco Spina cognato di Esposito Pietro; anche in tale occasione mi regalarono alcuni grammi di cocaina…”. Ma Rosario De Stefano fa di più e racconta agli inquirenti anche di un altro omicidio eccellente che i suoi killer avrebbe dovuto compiere oltre a Francesco Spina:

“…Carlo Lo Russo e suoi volevano essere, quotidianamente, informati su quello che accadeva alla Sanità e sulle dinamiche criminali di tale quartiere; insomma, ciò che voglio dire è che dall’omicidio dell’Esposito Pietro io ho dato ininterrottamente un contributo informativo al gruppo di Carlo Lo Russo informandoli su tutto quello che accadeva alla Sanità; in particolare il Lo Russo e il suo gruppo, dopo l’omicidio di Pierino Esposito, volevano eliminare tutti quelli legati al predetto e che lo avevano appoggiato dal punto di vista criminoso; in tale ottica il successivo loro obbiettivo era – come ho già detto – Francesco Spina, cognato di Espostito Pierino. Invero, tale mio contributo al clan di Lo Russo Carlo si è anche tradotto in atti ed attività concrete, nel senso che io stesso personalmente ho accompagnato il Perfetto e il Cutarelli Luigi “dentro la Sanità” per fargli vedere sia la casa di Spina Francesco sia la casa di Gianni Sequino, che pure loro avrebbero voluto eliminare. Sempre in tale prospettiva il Lo Russo Carlo, nei nostri incontri quotidiani, mi diceva sempre “tu ormai fai parte della famiglia, sei i nostri occhi e le nostre orecchie dentro la Sanità… loro parlavano avanti a me di tutti i suoi affari criminali, estorsioni, droga e omicidi, ma mi ribadivano che io ero “uno della famiglia” e che il mio apporto era fondamentale ed insostituibile dal momento che io ero l’unica persona che gli poteva dare notizie della Sanità e che poteva fare da basista per gli omicidi che loro volevano commettere alla Sanità. Loro sapevano che io ero una pedina importante nella Sanità dal momento che loro sapevano bene che io entravo e uscivo da casa di Gianni Sequino e di Antonio Vastarella (omissis) frequentavo Totore Savarese (omissis)…Per tali ragioni il Lo Russo Carlo e il suo gruppo mi consideravano fondamentale per i loro progetti e le loro dinamiche criminali.A proposito della Sanità e del mio rapporto con Carlo Lo Russo, voglio aggiungere che mi disse anche che aveva mandato a dire a Vastarela Patrizio, tramite i Licciardi, che lui avrebbe ammazzato tutti quelli che avevano appoggiato Pierino Esposito, e ciò dal momento che Vastarella Patrizio era diretta derivazione dei Licciardi…(Omissis)”.

 Rosaria Federico


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