Napoli Poggioreale, Bologna e Regina Coeli a Roma: sono le carceri italiane nelle quali, negli ultimi quattro giorni, tre detenuti si sono tolti la vita in cella. E il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe torna a denunciare la crescente tensione nelle carceri del Paese. Spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe: “Tre suicidi in quattro giorni tra le sbarre di tre penitenziari itaiani evidenzia come i problemi sociali e umani permangono, eccome!, nelle carceri del Paese, lasciando isolato il personale di Polizia Penitenziaria (che purtroppo non ha potuto impedire i gravi eventi) a gestire queste situazioni di emergenza. Il suicidio e’ spesso la causa piu’ comune di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l’Italia e’ certamente all’avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Per queste ragioni un programma di prevenzione del suicidio e l’organizzazione di un servizio d’intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l’intero istituto dove questi vengono implementati. E’ proprio in questo contesto che viene affrontato il problema della prevenzione del suicidio nel nostro Paese. Ma cio’ non impedisce, purtroppo, che vi siano ristretti che scelgano liberamente di togliersi la vita durante la detenzione”.