Anche tra Castellammare e Pompei vanno di moda le stese della camorra. Ieri sera infatti nella zona di Ponte Persica, controllata da sempre dal clan Cesarano, è andata in scena una clamorosa stesa. Il commando composto da alcuni giovani su una moto di grossa cilindrata e un’auto è arrivato nel quartiere e ha cominciato a bussare a tutti i citofoni della case a schiera. Poi tra le imprecazioni di alcuni e le grida di altri che si erano affacciati spaventati a balconi e finestre per capire cosa stesse accadendo, il commando ha pensato bene di dare il segnale definitivo: ovvero esplodere una dozzina di colpi di pstola in aria a scopo intimidatorio.
C’è stato subito il rinchuidersi di finestre, balconi e tapparelle. Chi era in strada ha cercato riparo dietro le auto temendo il peggio. Subito dopo la stesa il commando si è dileguato facendo perdere le proprie tracce. Sul posto sono arrivati i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Castellammare e quelli di Pompei avvertiti dai cittadini spaventati. Sul posto i militari hanno repertato una decina di bossoli di calibro diverso segno che a sparare sono state almeno due pistole.
I militari che conducono le indagini stanno vagliando i filmati delle telecamere dei privati e di uffici pubblici poste lungo il traggitto di arrivo e di fuga del commando per cercare di risalire quanto meno alle targhe di auto e moto. Si cerca di capire a chi era indirizzato il messaggio. Probabilmente a qualche pregiudicato che abita in zona. Gli investigatori sono preoccupati per l’episodio in quanto avvenuto in un territorio dove la pax mafiosa esiste e resiste da oltre trenta’anni. Il clan Cesarano, da sempre tra i più forti in tutta la provincia di Napoli, non ha mai tollerato “colpi di testa”. Ma evidentemente il fatto che tutti i capi siano in carcere dopo gli ultimi arresti deve aver indotto qualcuno tra le nuove leve a lanciare messaggi sibillini. Gli investigatori ora vogliono capire cosa si sta muovendo o cosa si è già mosso nel panorama criminale della zona Nord di Castellammare al confine con Pompei.
Alberto Ferretti