Dal Napoli alla Cina, lo “scugnizzo” Ciro Ferrara spegne 50 candeline

Sabato saranno 50, tondi tondi anche se, conoscendolo, probabilmente non fara’ grandi festeggiamenti, concentrato sulla sfida che lo attende a migliaia di chilometri di casa. Ne ha fatta di strada Ciro Ferrara, da ‘scugnizzo’ cresciuto all’ombra di Diego Armando Maradona ad allenatore nella lontana Cina. Una vita contrassegnata dal calcio, sin da quando entra nelle giovanili del suo Napoli a 13 anni per l’inizio di quella che sara’ una scintillante carriera. E pensare che la sua storia sarebbe potuta essere ben diversa per colpa di quel morbo di Osgood-Schlatter che, giovanissimo, lo costringe alla sedia a rotelle. Ma solo per un po’, giusto il tempo di riprendersi ed esordire in serie A con la maglia azzurra dei partenopei appena 18enne contro la Juventus, l’altro suo grande amore. Era il Napoli di Maradona e Ciro non ci mettera’ molto a ritagliarsi uno spazio importante in quella squadra, mostrando da subito non solo qualita’ tecniche importanti ma anche grande personalita’. Napoletano doc, Ferrara gioisce e contribuisce agli storici due scudetti oltre a conquistare anche una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa Uefa. Ciro si guadagna sul campo anche i gradi di capitano prima di cedere, nel ’94, alle lusinghe della Juventus. Lo ‘scugnizzo’ nel frattempo e’ diventato uomo, alla corte di Lippi arriva a 27 anni, nel pieno della maturita’, e nella sua seconda vita calcistica se ne toglie di soddisfazioni, aggiungendo alla sua collezione di trofei altri sei scudetti (di cui uno revocato) ma anche una Champions, una Intercontinentale, una Supercoppa Europea, una Coppa Italia e quattro Supercoppe italiane.

Al centro della difesa con Montero, Ferrara  blinda la porta bianconera e non e’ un caso che a 33 anni Zoff lo richiama in Nazionale per l’Europeo del 2000. Il capitolo azzurro e’ forse quello meno felice della sua carriera di calciatore, dalla delusione di Italia ’90 alla scarsa considerazione da parte di Sacchi. Ma avra’ modo di rifarsi, partecipando da membro dello staff tecnico del maestro Lippi alla vittoriosa spedizione in terra tedesca nel 2006. Per Ferrara comincia un nuovo capitolo della carriera, col ritorno alla Juve per occuparsi del settore giovanile. E nel maggio 2009 ha la sua grande chance: la societa’ esonera Ranieri a due giornate dalla fine e Ciro, promosso ad allenatore della prima squadra, conquista i sei punti necessari per la qualificazione diretta alla Champions. Sembra l’inizio di una nuova carriera di successi e invece, nel gennaio 2010, arriva il doloroso esonero. Riparte dall’under 21 pochi mesi dopo e in due anni ottiene 12 vittorie, 6 pari e una sola sconfitta, gettando le basi di un gruppo che perdera’ solo in finale gli Europei di categoria. Accetta l’offerta della Samp ma, come gli era capitato con la Juve, dopo un’ottima partenza alla lunga cede e le sette sconfitte di fila gli costano un nuovo esonero. Combattente come lo era in campo, Ferrara si reinventa opinionista fino a quando, nel luglio scorso, arriva la chiamata della Cina: e’ il Wuhan Zall, squadra di serie B a rischio retrocessione. Ciro dice si’ e sotto la sua guida la formazione cinese passa dal 13^ al sesto posto finale. Ora si alza l’asticella, il sogno e’ raggiungere l’amico Cannavaro nel massimo campionato. Ma il tempo per una torta si trova sempre.


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