Ercolano: “Non ho ucciso io Lavini, sono innocente”, processo bis per il marittimo di Torre del Greco

“Non ho ucciso io Gaetano Lavini, sono innocente”,  Vincenzo Perna, il marittimo 24enne di Torre del Greco condannato in primo grado a 26 anni di carcere per l’omicidio di Gaetano Lavini, il 19enne ucciso a Ercolano nel marzo del 2014, lo ripete da due anni, dal momento del suo arresto. E venerdì 17 febbraio torna alla sbarra davanti ai giudici della Corte di Appello di Napoli. In quella sede proverà ancora una volta a smontare il castello accusatorio della pm Antonel­la Serio. Sarebbe stato Perna ad accoltellare al torace Lavini in seguito ad una lite furibonda andata in scena nel cuore del mercato tra il marittimo e il minorenne (all’epoca dei fatti) L. B. nipote del super boss di Ercolano, Giovanni Birra. Secondo le prime ricostruzioni, il vero obiettivo del killer sarebbe stato, infatti, il nipote del boss rimasto poi ferito. Lavini invece pagò con la vita per aver fatto da paciere tra i due.

Una ricostruzione che peroÌ€ non convince la difesa dell’imputato, rappresenta­to dall’avvocato Bernardo ScarfoÌ€ in primo luogo perché non è stata mai trovata l’arma del delitto e poi perché i due pentiti che accusano Perna, ovvero Ciro Gaudino e Vincenzo Esposito non hanno mai fornito agli inquirenti un racconto preciso dell’agguato ma solo de relato. Nel mirino della difesa anche la mancata concessione delle attenuanti generiche.

 

(nella foto grande la vittima Gaetano Lavini e nel riquadro il presunto killer Vincenzo Perna)


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