Niente sconti per Vincenzo Perna, la seconda sezione della Corte d’assise d’appello di Napoli ha confermato la condanna a ventisei anni di carcere. Il giovane marittimo di Torre del Greco è accusato di aver ucciso con una coltellata al ventre il primo marzo del 2014 il 19enne Gaetano Lavini.  Una sola coltellata all’addome, capace di recidere l’aorta e generare uno choc emorragico, portoÌ€ alla morte Gaetano Lavini. L’arma del delitto non è mai stata ritrovata. Secondo gli in- vestigatori il delitto del primo marzo 2014 rientrerebbe nella logica dello scontro storico tra i clan Birra-Iacomino e Ascione-Papale. Una guerra di cui Lavini sarebbe stato vittima senza colpe.
Secondo le ricostruzioni eseguite subito dopo il fatto di sangue dagli inquirenti, infatti, il giovane avrebbe soltanto cercato di far da paciere nella lite scoppiata nella traversa Mercato a pochi passi dal Mav di Ercolano tra l’assassino e B.L., nipote all’epoca minorenne,  del super boss Giovanni Birra, pure lui rimasto ferito nella lite. Ad incastrare Perna che fu arrestato appena quattro giorni dopo l’omicidio,sarebbe stato il suo soprannome ovvero ’o gialluto. Ripetuto più volte al telefono, dal nipote del boss, che indicava appunta in Perna come l’autore  dell’omicidio. Poi al resto ci hanno pensato i pentiti Vincenzo Esposito, imparentato con la famiglia di Lavini, e Ciro Gaudino.
(nella foto grande la giovane vittima Gaetano Lavini, nel riquadro Vincenzo Perna, l’assassino)