Ercolano, si pente anche Ignazio Magliulo, esattore del racket per il clan Birra

Era uno degli esattori del racket del clan Birra e ora dopo sette di carcere ha deciso di passare dalle parte dello Stato. Ignazio Magliulo si è pentito e sta sta raccontando ai magistrati della Dda di Napoli quello che è stato il suo ruolo all’interno della cosca ma anche tutti gli affari illeciti di cui è a conoscenza. Magliulo era finito in carcere nel luglio scorso nell’ambito dell’operazione “Freedom” grazie alla quale erano stati arrestati 18 persone tra gli affiliati dei due clan che hanno insanguinato le strade di Ercolano negli ultimi dieci anni ovvero gli Ascione-Papale e i Birra-Iacomino. Oltre a Magliulo in carcere era finita anche la donna boss Immacolata Adamo, detta “donna Assunta” moglie del defunto padrino Raffaele Ascione ‘o lungo diventata il capo della cosca e al cui cospetto anche ufficiali delle forze dell’ordine corrotti chiedevano scusa per gli arresti, come hanno raccontato i pentiti e che era stata capace di organizzare attentati a casa del boss Stefano Zeno, durante una festa di compleanno del figlio o che voleva uccidere il padre della pentita Antonella Madonna ex moglie del suo delfino Natale Dantese.

Il ruolo di Magliulo all’interno del clan era quello di esattore del racket con uno stipendio di 200 euro a settimana come hanno raccontato i pentiti. Il collaboratore di giustizia Pasquale Boragine nelle 309 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Marcello De Chiara ha spiegato il ruolo di Magliulo. Oltre ad esattore del racket era anche uno che commetteva rapine per finanziare il clan e quando gli imprenditori e commercianti sottoposti al racket da parte delle cosca non si presentavano per pagare lui non esitava ad andare a domicilio e a minacciarli. Ora con il suo pentimento Magliulo può contribuire a fare luce su altri casi irrisolti e su altri affari illeciti della cosca facendo i nomi di altri affiliati.

 


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